Ogni anno, più di una volta all'anno, arrivano i periodi di super lavoro. Ci entro e ne esco del tutto amareggiato. Non mi sono mai tirato indietro dalla fatica, e prova ne é una università colma di sacrifici quasi più che di soddisfazioni... Allo stesso tempo, lavorare il weekend é una cosa dolorosa e fondamentalmente antidemocratica. Visto che si applica solo a un numero ristretto di persone, ci si sente parte solo dell'elite della zucchina rotante che gira gira e poi finisce sempre lì.
Per di più, a volte, anche alcuni che dell'oligarchia del "weekend rovinato" dovrebbero far parte, si defilano come nella tradizione dei migliori politici.
In ogni caso, se vi fosse una soddisfazione capace di trascendere il mero effetto monetario, ci si sentirebbe giustificati nell'infliggersi maldestre frustate di gatto a nove code. Ma non é così. Nel pugno restano granelli di sabbia vulcanica, quella nera e brutta. Ed é per questo che bisogna diventare capaci di no o ni. I compromessi sono indispensabili. Ma si può fare molto per minimizzarli. Si può diventare più rigidi, e d'altronde in questo l'età aiuta. Non siamo più canne al vento semplicemente a causa del colpo della strega. Ma questo é bene. Non tutti gli acciacchi vengono per nuocere!