Magazine Cultura
Per non perdere l'abitudine cerco di essere polvere nella polvere tra la polvere anche durante, non solo prima e dopo.
Nella messe dei cantieri, quei confusionari impolverati momenti (mementòmo!) in cui devi piazzare le prese elettriche e lo sai mica se ti serviranno là piuttosto che non qua sono una ròba per cui perdere la testa, tipo Beatrice Cenci, che poi si fa presto a dire 11 settembre, ti vien sempre alla mente polvere, tanta polvere, e fumo, e macerie, e tragedia, ma era un undici settembre anche quando alla giovinetta mozzavano 'l collo e Caravaggio s'eccitava, era undici settembre quando è morto Allende ed è salito al potere Pinochet. Era undici settembre pure quando hanno cantato per la prima volta Oh Susanna (ma non come la canta giònnichèsc), ed anche l'Inno di San Marino, che son canzoncine allegre entrambe e c'è mica livore, mica c'è livore come nelle parole di Juan Mendiluce Thompson quando dice di Ernesto Sábato che è la personificazione del culto della violenza e dell'aggressività gratuita.
Ernesto Sábato che abbia scritto Sobre héroes y tumbas (e che sia uscita una nuova versione italiana da poco per Einaudi) lo sai già, sai pure - nove su dieci - che dentro quel libro c'è il celebre Rapporto sui ciechi, un visionario, Sábato, anzichenò, in cui c'è un brano che fa così:
Ciononostante, vigilavo e studiavo i ciechi.
Mi ero sempre preoccupato, ed in alcune occasioni avevo discusso della loro origine, gerarchia, maniera di vivere e condizione zoologica. Non facevo in tempo ad abbozzare la mia ipotesi sulla pelle fredda che già venivo insultato sulla carta e a viva voce da membri della società vincolati al mondo dei ciechi. E con quell'efficacia, rapidezza e misterioso essere al corrente che hanno sempre avuto le logge e le sètte segrete; quelle logge e sètte segrete che sono invisibilmente diffuse tra gli uomini e che, senza che uno lo sappia né arrivi ad immaginarlo, ci vigilano perennemente, ci perseguono, decidono il nostro destino, il nostro crollo e la nostra morte. Cosa che, in sommo grado, accade con la sètta dei ciechi, che, per maggior disgrazia degl'ignari, hanno al loro servizio uomini e donne normali: in parte ingannati dall'Organizzazione; in parte come conseguenza di una propaganda sensibile e demagogica; e, infine, per una buona parte, per paura dei castighi fisici e metafisici che si mormora riceva chi si addentri ad indagare nei loro segreti, e se proprio non sapete come passare questo sabato, passatelo con Sábato, per dire.
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