Sabina Feroci’s dollcultural papier-mâché

Da Dollculture

 Not dolls, but dollcultural suggestions seen in Brescia at Studio LB contemporary art. Sabina Feroci’s sculptures freeze in papier-mâché gestures and postures of boys and girls (even if I thought they were all girls). Compared to the collection of the same author I happened to discover two years ago, this new wave of figurines is even more evocative, intense and essential, recalling threedimesional illustrations of the finest, pastel-like kind, and accessorized with a bit of pop culture. You have to touch and caress them (even if I didn’t dare) because the feel is very smooth and warm, and their presence, fills the room both with sience and imaginary movement. The proportions are also interesting (even if they are not scale 1.1) – between doll and real person. So far, however, I’m just the happy owner of ”Meeting Sabina Feroci – a journey of Papier-mâché Dolls” a lovely illustrated book, complete with transfers (even if written in Chinese). Look at its title: yes, the author calls her creations “dolls” – interesting, isn’t it?  Non bambole, ma suggestioni dollculturali, quelle dello Studio LB contemporary art a Brescia. Le sculture di Sabina Feroci congelano nella cartapesta gesti e pose di bambini e bambine come quelli veri (anche se all’inizio ho pensato che fossero tutte bambine). In confrotno alla collezione della stessa autrice che mi è capitato di scoprire due anni fa, questa nuova ondata di figurine è ancora più evocativa, intensa ed essenziale. Ricorda illustrazioni tridimensionali delle più fini e pastellose, con l’aggiunta di un tocco di pop culture. Bisogna toccarle e accarezzarle (anche se io non ho osato) perché la sensazione tattile è molto liscia e calda; la loro presenza riempie lo spazio sia di silenzio sia di movimento immaginario. Le proporzioni stesse sono interessanti (anche se non in scala 1.1) – una via di mezzo tra bambole e persone. Finora, però, sono solo la fortunata proprietaria di ”Meeting Sabina Feroci – a journey of Papier-mâché Dolls” un bel libro illustrato e corredato di decalcomanie (anche se scritto in cinese). Occhio al titolo: sì, l’autrice chiama “bambole” le sue creazioni – interessante, vero?

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