Il libro, con le sue 96 pagine, le 90 foto in bianco e nero e finemente stampato, è lo sguardo dell’autrice sull’oriente. India, Vietnam, Laos, Cambogia, Tailandia, Cina e Birmania i luoghi attraversati e fotografati in 10 anni di viaggi.
L’autrice ci racconta come è ancora possibile viaggiare prendendo accurati appunti visivi, allo scopo di conservare nella nostra mente emozioni che rischiano inesorabilmente di perdersi sommerse dalle successive e che invece possono essere restituite alla loro vita ogni volta che il libro verrà aperto e sfogliato.
Protagonista di queste immagini è la luce, alla quale sembra essere dato il compito di enfatizzare le linee architettoniche, generare contrasti, sottolineare gli sguardi così da creare un rapporto autorevole con i luoghi e le persone che illumina.
La scelta stilistica del bianco e nero, matrice essenziale nella quale l’autrice sembra muoversi a suo agio, restituisce le immagini ad una visione diretta, priva di retorica, ma anche svincolata dalla mera esigenza di trasporre i colori all’osservatore come elemento descrittivo di rilievo così da permettere lale figure e ai paesaggi di trasformarsi in veicoli emozionali di forte impatto emotivo.
Da sempre attratta dall’Oriente, l’autrice ce ne propone un’immagine non stereotipata come quella alla quale siamo sempre più abituati dai mass media fatta solo di esotismo e catastrofi, ma rivelatrice della reale quotidianità. Tra le pagine del libro infatti sono racchiusi i gesti semplici degli operai al lavoro,gli occhi dei bambini e le mani degli anziani, la vita intorno ai fiumi, il lavoro nei campi. Le immagini ci ricollegano immediatamente a quell’atmosfera che emerge ogni qual volta si è davanti a foto di grandi autori del ‘900 la cui forza narrativa è unicamente il punto di sintesi tra sensibilità dell’autore e capacità di registrazione del mezzo fotografico.
Sabrina Zimmitti, nata nel 1961, vive a Roma. Ha studiato fotografia presso la Scuola Permanente di Fotografia Graffiti.