Qui , nell' immagine presente, è raffigurato "Sacrificio pagano" di Benvenuto Tisi da Garofalo, detto il Garofalo ( Garofalo 1481/ Ferrara 1559), pittore rinascimentale. Esponente di spicco della scuola ferrarese, si discosta dalle linee secche e dure proprie della pittura ferrarese avvicinandosi alle linee morbide e ai colori evanescenti di Dosso Dossi e di Raffaello.
Fece parte della corte estense.
Il soprannome Garofalo deriva dal nome del paese in cui forse nacque e lui stesso occasionalmente firmava i suoi quadri con un piccolo disegno di un garofano. Ci tengo a dirvi che Garofalo è un pittore quasi romagnolo.
Gaetano Barbella, studioso erudito, ma fuori dagli steccati accademici ha elaborato un saggio , o se volete un matrimonio, osservando attentamente l' iconografia, la simbologia e la struttura di questo capolavoro del Garofalo. Dopo aver letto il lavoro di Gaetano, leggo facilmente nel quadro, l' armonia fra l' antico e il moderno, fra il sacro e il profano, la realizzazione della pace degli opposti . Il saggio abbastanza corposo, si snoda in 37 pagine, la lettura risulta impegnativa ma affascinante , l' autore passa dai fotoni alla sezione aurea, alla radice di 2, per sfiorare l' antico e il nuovo testamento e sondare gli antichi miti e dei, con intuizioni felici e intense. Gaetano usa un ragionamento ed un linguaggio perduto , che un tempo gli eruditi ben conoscevano, se la lettura dell' opera può risultarvi forzata, non dimenticate che i pittori rinascimentali erano fucine di temi intricati, basti pensare che ci sono opere di cui ancora non conosciamo pienamente il significato ( una per tutte la " Flagellazione" di Piero della Francesca).
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