Magazine Italiani nel Mondo

Safety first. Ok, maybe second.

Creato il 09 agosto 2010 da Albino

Com’e’ dura la vita dell’emigrante in Giappone. Ieri sono uscito coi miei soliti amici da barzelletta, nel senso che siamo sempre uno per nazione come nelle barzellette, eravamo un italiano un francese un americano e una cilena, e poi naturalmente un paio di giappine che ci vogliono sempre di contorno. Siamo usciti per l’aperitivo intorno alle sei, e tra una birra e l’altra ci siamo ritrovati prima a parlare di cazzate, poi dopo un tot di birre a parlare di politica, e poi dopo un altro tot di birre a spremere pompelmi simulando un orgasmo. Ma e’ una storia lunga che magari raccontero’ un’altra volta, o piu’ probabilmente non raccontero’ mai, che e’ meglio.
Alla fine sono tornato quasi all’una e stamattina alle sei e mezza precise quando la sveglia implacabile mi ha tirato giu’ dal letto avevo la cacca di scimmia nel cervello e la bocca impastata, e naturalmente quando dicevo che qui in Giappone la vita e’ dura non intendevo per il fatto che e’ duro sopravvivere a certe serate, quanto piuttosto che e’ dura non aver ferie ne’ malattia fasulla da dichiarare il giorno dopo. Quindi mi sono dovuto trascinare a sacco morto al lavoro, e mi sono ripreso praticamente verso le undici, ragion per cui ora non ho tanto tempo per scrivere questo post quindi saro’ breve, e saltero’ la punteggiatura cosi’ risparmio tempo.

A grande richiesta oggi dovrei parlarvi della piscina dove sono stato sabato. Piscina nel senso di parco acquatico, in teoria, e grande richiesta nel senso che chi era con me sabato mi ha pregato di postare questa esperienza nel blog. Allora, vi butto li’ due spunti pescati a caso dal mazzo. Nei parchi acquatici giapponesi vale il detto “Safety first”, sicurezza prima di tutto. O almeno, come al solito da queste parti, sicurezza di facciata. Vediamo perche’.

Nel parco acquatico dove sono stato, ogni 25 minuti fanno un annuncio che dice di uscire tutti dalla piscina per tipo dieci minuti, a volte quindici. Cioe’: non solo fanno uscire tutti, ma fermano anche gli scivoli, fermano tutto.
Apparentemente questo viene fatto per i bambini, per evitare che stiano per troppo tempo in acqua. Cioe’, immaginatevelo, sono scene dell’altro mondo: l’altoparlante suona l’annuncio e tutti escono dalle piscine senza fiatare. A parte i bambini che naturalmente piangono perche’ vorrebbero stare in acqua, visto che naturalmente per loro l’autorita’ che ti dice di stare dentro o fuori dalla piscina si aspettano che vanga dalla loro madre, chi cazzo e’ la direzione della piscina per un bambino di tre anni? Evidentemente gli insegnano che l’autorita’ viene dall’alto fin da piccoli, che volete che vi dica, e soprattutto siamo su un altro pianeta rispetto all’Italian style dove hai la Mater Familias che quando ti dice “esci dalla piscina albino, che sei li’ da due ore!”, se non esci al secondo richiamo ti fa uscire lei con uno scoppellotto che non solo esci dalla piscina, ma ti ritrovi fuori in parcheggio diretto. W la mamma italiana.

Ora, da qui derivano alcune considerazioni e un paio di quesiti fondamentali per il proseguimento dello studio della contorta mente giapponese.
Viene naturalmente da chiedersi perche’ mai la direzione dell’aquapark debba essere responsabile del tempo che passano i bambini nell’acqua e non debbano esserlo, non so, cito qualcuno a caso eh, i genitori? Ma soprattutto: come mai a causa della piscina che si prende cura dei bambini del cazzo anche gli adulti devono uscire dall’acqua? Ma soprattutto del soprattutto, perche’ diavolo nessuno si lamenta di questa idea malsana?
Per dire, la Mater Familias dell’esempio di prima dopo il secondo annuncio che le rompe le palle e sovrasta la sua Autoritas Maxima di potere decisionale sul tempo che il suo pargolo puo’ e deve passare in acqua, non solo si incazza ma e’ facile che vada pure ad accodarsi alle altre Mater Familias che si stanno ammassando incattivite in direzione a protestare, ciabatte ai piedi e mollettone in testa. Ma la mater giappina in sandalo col tacco e il capello perfetto, dove cazzo volete che vada a protestare?

Poi, altra cosa che non so se ridere o se piangere. Dopo tutta questa sicurezza estrema, una mia amica si e’ fatta tipo un’ora di coda per farsi uno scivolo, ma e’ stata fermata quando stava per scendere perche’ indossava degli orecchini, cosa evidentemente proibita. Fair enough, se perdi l’orecchino mentre scivoli puo’ essere pericoloso, o ancora peggio magari scivolando ti si puo’ impigliare l’orecchino da qualche parte con il risultato che entri nello scivolo con due orecchie e arrivi magicamente a valle dello scivolo in un ruscello di sangue e con un orecchio solo. Verissimo.
Pero’ la cosa e’ da ridere, immaginatevi questa povera crista in bikini sulla cima della torre dello scivolo, dopo un’ora di coda, tra l’altro questa e’ pure di Napoli e Dio solo sa quanto possa pesare ad un napoletano il solo fatto di farsi un’ora di coda. Ma a quel punto, dove se li metteva gli orecchini? Non so se avete presente, di solito i bikini non hanno tasche.

Allora che fa lei, chiede al bagnino, all’inserviente dello scivolo non so come si dica, gli chiede se puo’ lasciare li’ gli orecchini e poi venire a riprenderseli. No, le fa il tipo, non si puo’. Togliteli e scendi con gli orecchini in mano. Cioe’, non so se avete capito che sullo scivolo puoi scendere con gli orecchini in mano si’, ma alle orecchie no. Certo, perche’ uno si fa cento metri di sballottamento sullo scivolo stringendo gli orecchini nel pugno. Non so voi ma io non scenderei su uno scivolo se so che quella prima di me e’ scesa con degli orecchini in mano.

Vabbe’. Morale della favola, non abbiamo ben capito il perche’ di questa decisione. Lei si e’ rifiutata di scendere con gli orecchini in mano, cosa che ogni persona di buon senso avrebbe fatto, ed ha rinunciato allo scivolo perche’ il bagnino sulla cima della torre non ha voluto ne’ prendere gli orecchini in custodia, ne’ farglieli lasciare li’ in un angolo.

Molti diranno, certo: non voleva prendersene la responsabilita’. Sicuro. Ma secondo me c’era anche un altro motivo. Una volta scesa, la tipa avrebbe dovuto risalire la torre e andarsi a prendere gli orecchini. E andatelo a spiegare voi ai giapponesi che avrebbe dovuto salire la torre, oddio tenetevi forte, saltando la coda?



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :