Saffo nasce da una famiglia aristocratica, intorno al 650 a.c. circa, nell’isola di Lesbo nell’Egeo, dove trascorse gran parte della sua vita; non si conoscono la data della sua morte né in quali circostanze avvenne. Leggenda vuole che si sia gettata da un faro per l’ amore non corrisposto verso il giovane Faone, che in realtà è un personaggio mitologico; questa versione è ripresa da Ovidio nelle “Eroidi”.
La sua poesia è l’espressione delle emozioni che la poetessa ha vissuto all’interno del tiaso, una comunità socio-rituale in cui insegnava alle ragazze di buona famiglia le arti, la danza, il canto, i riti domestici, per diventare buone spose; per questo motivo le divinità che ricorrono più spesso nelle sue poesie sono Era, dea delle nozze, ed Afrodite, dea dell’amore.
Saffo canta l’amore, il desiderio, la bellezza, la natura ma anche la solitudine e la tristezza dell’amore non corrisposto, la malinconia del tempo, la tenerezza che rimane nella nostalgia: l’amore diventa un vortice di emozioni che sconvolge completamente l’io.
Una delle poesie più celebri e intense è “A me pare uguale agli Dei”
A me pare uguale agli Dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Sùbito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
non esce e la lingua si lega.
Un fuoco sottile sale rapido alla pelle,
e ho subito negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
Di questa grande poetessa sono giunti fino a noi molti frammenti: già nell’antichità era molto apprezzata, Strabone la definì una cosa meravigliosa.
Un classico da cui farsi travolgere.