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Sakura no ki no shita (桜の樹の下, Under the Cherry Tree)

Creato il 18 dicembre 2015 da Makoto @makotoster
Sakura no ki no shita (桜の樹の下, Under the Cherry Tree)
Sakura no ki no shita (桜の樹の下, Under the Cherry Tree). Regia, soggetto e fotografia: Tanaka Kei. Durata: 92 minuti. Anno: 2015
Under the Cherry Tree è il documentario di debutto della giovane regista Tanaka Kei, un lavoro che segue le vite di alcuni anziani residenti in una casa popolare nella città di Kawasaki. Il film è stato presentato lo scorso ottobre al Yamagata International Film Festival nella sezione Perspective Japan. Fin dalle prime scene si capisce di che tipo di lavoro si tratta, stile low-tech ed anti-spettacolare per un approccio piuttosto diretto, anche se, vedremo in seguito, ci sono degli elementi leggermente ellittici che fanno funzionare meglio tutto il documentario. Attraverso la sua videocamera la regista riesce a dar voce agli anziani che abitano nella palazzina, la sua attenzione si focalizza in particolare su quattro di essi, due uomini e due donne di cui, nel corso dei novantadue minuti del film, lo spettatore fa conoscenza e in qualche modo finisce per legarsi. Queste persone raccontano le loro storie di solitudine, ognuna di esse naturalmente ha un background diverso e proviene da zone del Giappone differenti, e durante queste conversazioni con la regista ricordano anche il loro passato e le ragioni che li hanno portati alla condizione attuale, una vita praticamente sulla soglia della povertà. Un altro elemento che viene a galla nel corso del film è il modo in cui questi quattro anziani affrontano la morte, un orizzonte così vicino e che permea tutto il film, eppure qualcosa di accettato e quasi invocato come una sorta di liberazione, almeno da alcuni di questi anziani. Stretti dalla loro solitudine, gli unici momenti di svago per questi vecchietti sono le puntuali visite di chi si prende cura di loro e le varie attività ricreative organizzate dalle case popolari stesse o dal vicinato. Un albero di ciliegio si staglia nel cielo vicino alla palazzina quasi a guardare le vite di queste persone ai margini, un luogo dove molti degli anziani decidono di passeggiare ed ammirare l'albero in piena fioritura, è questo uno dei rari momenti di pura bellezza che compaiono nel film e quello che dà al lavoro stesso il suo titolo.  Per quanto possa sembrare grigio, il documentario non è solo una cupa descrizione di vite senza speranze, ma al contrario e a un livello più profondo, si tratta di un atto di comprensione ed accettazione di ciò che significa diventare vecchi in una società che non sa che farsene della sua popolazione anziana. Ad alleggerire il tono del film ci sono dei momenti quasi comici fra le due donne, una delle quali ha anche dei problemi mentali e vive in un appartamento pieno di immondizia. Quando una visita l'altra, infatti, chiacchierano, ricordano il passato, mangiano ma spesso finiscono anche per litigare.Una scelta stilistica che mi è parsa molto efficace è quella di non usare nessuna narrazione ma di dare le informazioni sui quattro protagonisti attraverso la parola scritta. Una scelta che rende il film scorrevole e soprattutto non lo rende troppo mieloso ma anzi gli dona un tono scarno e piano, due dei migliori tratti di questo documentario che non è certo un capolavoro o qualcosa di rivoluzionario ma che si lascia guardare e offre molti spunti d'interesse. Under the Cherry Tree infatti si situa perfettamente in quella corrente del documentario contemporaneo giapponese (Walking with my Mother e Everyday Alzheimer sono altri due titoli) che esplora e rappresenta l'invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze sulla società nipponica. Un fattore che già ora ma nel futuro prossimo sempre di più influenzerà decisioni politiche ed economiche dell'arcipelago. [Matteo Boscarol]

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