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Salari da fame e Fuga all’Estero

Creato il 23 ottobre 2013 da Fugadeitalenti

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Oggi vorrei che qualcuno si decidesse a rispondere a questa semplice domanda: perché all’estero -mediamente- i giovani professionisti italiani guadagnano 500 euro in più, rispetto a chi resta? Perché in Italia lo stipendio per un giovane è sempre inferiore, rispetto agli altri Paesi occidentali? E’ solo colpa della tassazione e del cuneo fiscale… oppure entra in gioco anche un fattore “culturale”, per cui il giovane lo si paga meno e basta, così si risparmia?

E abbiamo mai tenuto conto delle catastrofiche conseguenze cui andremo incontro, nel mortificare così un’intera generazione?

Lo spunto lo offre la ricerca di Carlo Barone, docente di Sociologia dell’Università di Trento. Elaborando più fonti, Barone è giunto alla seguenti conclusioni:

-a quattro anni dalla laurea, un giovane guadagna in media 1337 euro in Italia, contro i 1783 all’estero;

-se laureato in materie scientifiche, il guadagno in Italia è di 1302 euro, contro i 1839 in Europa;

-se medico, gli euro in Italia sono 1398, contro i 1907 europei;

-se laureato in Economia o Giurisprudenza, il raffronto è: 1248 in Italia vs. 1809 in Europa;

-il massimo lo raggiungono gli umanisti, “condannati” a 1077 miseri euro in Italia… e premiati invece con 1776 euro in Europa.

Certo, esiste anche un gap salariale Nord-Sud, in Italia. Ma il massimo che si raggiunge -in media- al Nord in termini di salario (1450 euro), è comunque di gran lunga inferiore alla media europea. Più vicino alle retribuzioni del Sud, che non a quelle comunitarie. Quindi sfatiamo una volta per tutte il mito del ricco e meritocratico Nord. E’ sempre meno vero, believe you me.

Intanto Almalaurea ci ricorda come, a un anno dal conseguimento del titolo, il guadagno dei giovani laureati in Italia sia di soli 1049 euro (lauree triennali) e di 1059 per le lauree specialistiche. I dati segnalano persino una contrazione degli stipendi, rispetto alle precedenti rilevazioni (!)

In Italia, studiare conviene meno: per i laureati tra i 25-39 anni, la probabilità di essere occupati è pari a quella dei diplomati (73%) e superiore di soli 13 punti percentuali a quella di chi ha conseguito la licenza media”. Così il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, raffrontando impietosamente i dati italiani con quelli europei.

Di una cosa siamo certi: di questo passo, l’Italia sarà un Paese votato al suicidio. Il trend in corso è da brividi. E nessuno sembra seriamente intenzionato o in grado di frenare la corsa verso l’abisso.

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