Salento leccese del gusto a Km Zero!
di Antonio Bruno*
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Venerdì 29 ottobre 2010 presso QUOQUOMUSEO DEL GUSTO a San Cesario di Lecce si è tenuta "La conferenza da tavola". L’evento è stato realizzato dalla COLDIRETTI della Provincia di Lecce con il contributo della Camera di Commercio di Leccee in collaborazione con il Museo del Gusto, “La Matrabanca”, Associazione chef e maitre della penisola salentina e la rivista Qui Salento. In questa nota le suggestioni di un Dottore Agronomo che ha preso parte alla serata.
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A cena ieri sera ospite di Coldiretti Lecce, a San Cesario di Lecce, il paese in cui abito e che amo. C’erano tutti nella via più vecchia e antica del paese intitolata a Sant’Elia, riuniti in un luogo magico senza tempo che fu delle foglie di tabacco oramai scomparse.
In tanti immersi nell’ampio salone fatto di colonne che sostengono le volte a stella che per secoli hanno fatto da cielo a generazioni di “fimmene ca scianu allu tabaccu” (traduzione per i non salentini leccesi: donne che si recavano a lavorare nella fabbrica di tabacchi). Alle donne era riservato il lavoro “alla fabbreca” (fabbrica) in cui le foglie venivano lavorate da quelle mani sapienti istruite dalle “mèscie” (maestre) che tenevano d’occhio quelle ragazze del sud, che lasciavano intravedere gli occhi sempre vispi sotto quel fazzoletto che proteggeva le loro chiome; donne che popolavano una terra illuminata da un sole cocente che crea il giallo senz’acqua e che, nonostante ciò, continua a pullulare di vita attiva e genuina.
Titti Pece ci guida verso quelle preziose pubblicazioni che narrano una storia che è propria delle donne, le stesse che si occupano da sempre dell’alimentazione del Mondo; le donne che hanno creato il Mondo e che continuano a crearlo ogni volta che mettono al mondo un figlio; donna che si prende cura dell’uomo che la protegge e che rappresenta una sicurezza per i suoi figli.
La vita è legata al cibo, alla sapiente ricerca di frutti, di erbe, di semi ma che è anche legata alla loro cottura insieme a quella delle carni; di quegli animali che erano stati catturati dall’uomo che poi, nei millenni, avrebbe imparato a “non ammazzare” per addomesticarli, in modo da farne un aiuto e un alimento.
Titti Pece che mette in scena una narrazione della vita vera, fatta di carne e sangue, di profumi e di odori, una vita a cinque dimensioni nella quale la vista rappresenta la quarta e il gusto la quinta! Capite cos’è accaduto ieri sera? Suggestioni senza soluzione di continuità a San Cesario di Lecce!
Leo Piccinno, presidente della Coldiretti Provinciale di Lecce è molto soddisfatto quando afferma una verità che pochi conoscono: “Gli agricoltori non sono produttori di derrate alimentari. Sono invece produttori di cibo, di benessere, di piacere e di salute”. Ieri sera nella “Conferenza da tavola” di San Cesario di Lecce dei piatti preziosi e gustosi si è occupato Andrea Serravezza, chef salentino, Bocuse d’Or 2010 che con le sue creazioni ci delizia, ci coccola in un esplosione di gusto e di bellezza.
Ma ciò che mi ha colpito di più nella conferenza è stata la lectio magistralis del dott. Dario Stèfano, Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia con una riflessione sulle opportunità offerte dalla realizzazione di un piano di sviluppo sinergico tra agroalimentare e turismo, tutte e due risorse naturali del nostro territorio. Compito della politica è pianificare e programmare interventi di sviluppo che siano funzionali alle proposte presentate dagli stakeholders. Compito della politica è selezionare quelle proposte che hanno lo sguardo rivolto alla ripresa occupazionale nei settori agroalimentare e turismo che rappresentano il volano dello sviluppo dell’economia del Salento leccese e delle intere Puglie. Già! Chissà perché gli stranieri non conoscono la Puglia ma le Puglie. Avete letto proprio bene gli stranieri sanno perfettamente che non esiste una Puglia sola ma le Puglie!
Ma d’altra parte non "Puglie" ma "Puglia" è la voce accolta nell'art. 131 della Costituzione della Repubblica Italiana. Perciò gli stranieri che ancora oggi preferiscono chiamare la nostra regione con il termine "Puglie" devono avere una ragione ben precisa se continuano a farlo, una ragione che è presente nella coscienza degli abitanti di questa penisola.
Pasolini pensava di raccogliere gli appunti di un suo viaggio in un volume “Le Puglie per il viaggiatore incantato” titolo che lo scrittore romano diede al libro di reportage nei nostri territori. Lo so, voi come me vi starete chiedendo come mai anche lui insiste nel plurale Puglie e non nel singolare Puglia.
Ma anche Ungaretti scrive nei suo otto racconti del viaggio nelle “Puglie” pubblicati sulla Gazzetta del Popolo dal febbraio al settembre del 1934.
Nelle pagine del Nuovo Quotidiano di Puglia del 21 giugno 2010 l'editore Paolo Pagliaro scrive: "La “salentinità” è un sentimento, una condizione psicologica, un privilegiato rapporto d’amore. E' salentina la musica, la moda, la località turistica presa d'assalto, l'industria del vino, i tamburelli della Notte della Taranta, sbarcati anche in Cina. E' salentino il barocco, sono salentini i Negramaro, i Sud Sound System, ed Al Bano. Rodolfo Valentino e Tito Schipa hanno realizzato il sogno americano. E ci sono anche gli stilisti, come Calignano e Capasa. Ci sono i jeans della Meltin'pot che vantano migliaia di clienti da un capo all'altro del globo. Ma il Salento è anche narrazione, quella di Winspeare, che predica la necessità di un “collante culturale” per tenere insieme le Puglie. Si, le Puglie.”
Quante suggestioni! E tutto quanto ieri a San Cesario di Lecce.
Certo che c’erano proprio tutti ieri sera e c’erano le sensibilità, le emozioni e il calore di una terra che si è riunita per partire alla volta del globo, per rivivere questa magia in ogni angolo del Mondo, per stabilire relazioni e per narrare la nostra storia che è quella che i nostri padri ci hanno raccontato e che i nostri figli racconteranno ai loro figli e ai figli dei loro figli. Già! Perché lo sappiamo tutti che è questo l’unico modo che permette di divenire eterni.
*Dottore Agronomo