Salerno, fiera del Crocifisso Ritrovato: a tavola con i Longobardi.

Creato il 25 aprile 2012 da Senziaguarna

Banco del cerusico a Piazza Abate Conforti - edizione 2011.

È atteso il tutto esaurito a Salerno per week-end dal 27 al 29 aprile in occasione della Fiera del Crocifisso Ritrovato, che l’anno scorso era stata addirittura replicata per un altro fine settimana, tanto era stato il successo.
Per tre giorni consecutivi, il centro storico della città rivivrà gli splendori dell’antica fiera medievale, che Giovanni da Procida, cancelliere del re Manfredi di Sicilia, aveva istituito nel 1260, e che nel Trecento divenne il più importante appuntamento commerciale del Sud, tanto da venire nominato anche nelle novelle del fiorentino Franco Sacchetti. Oltre 30 i siti del centro storico interessati, 400 gli artisti e i figuranti, 10 gli allestimenti medioevali in abiti d’epoca, con la riproposizione di antichi mestieri, 100 gli stands con prodotti dell’artigianato locale e medievale, il tutto condito da concerti, degustazioni, e mostre, come “L’albarello rivisitato”, prevista al Tempio di Pomona. Tema di quest’anno è la Scuola Medica Salernitana: “Da Barliario a Matteo Silvatico”.
Sì, perché la Fiera del Crocifisso Ritrovato è l’occasione per rivisitare pagine importanti della nostra storia e per riscoprire tradizioni e sapori dimenticati, anche attraverso eventi “collaterali” come “Alla mensa di Arechi II”, organizzato dal Gruppo Archeologico Salernitano per sabato 28. Una visita guidata in costume alla reggia longobarda di San Pietro a Corte seguendo il percorso degli ambasciatori che Carlo Magno inviò al principe Arechi nel 787 per ordinargli di sottomettersi. La visita guidata vera e propria, curata dal direttore dell’associazione Felice Pastore e dallo storico Pasquale Natella precederà la rievocazione di quell’episodio, con figuranti in costume longobardo che lo faranno rivivere con le parole riportate nel Chronicon Salernitanum.
«Avevamo realizzato per la prima volta questa idea due anni fa, in occasione dell’evento Visitiamo la città,» racconta l’archeologa Francesca Angellotti, che, insieme a Luca Borsa e Valentina Oliva, è in prima linea nell’organizzazione, «ma si trattava di qualcosa di molto “casalingo”, messo in piedi il giorno prima. Questa volta abbiamo voluto fare le cose per bene: abbiamo realizzato noi stessi i costumi, ma sulla base di ricerche archeologiche.»

Rafano (Armoracia Rusticana).

E non è tutto: la visita guidata prevede anche una degustazione “longobarda” presso il Ristorante l’Antica Paglieria. Ma come ricostruire sapori antichi di più di mille anni e di cui rimangono pochissime tracce?
«Protagonista assoluto della nostra degustazione è il rafano,» spiega Luca Borsa. «L’archeologia alimentare in questo è molto d’aiuto, soprattutto grazie alle ricerche del dott. Leonardo Lozito, direttore del Gruppo Archeologico Lucano e vice-direttore nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia. Furono proprio i Longobardi ad importare questa radice, originaria dell’Europa centrale, e sulla base della sua presenza, gli archeologi hanno potuto addirittura ricostruire la mappa degli insediamenti longobardi in Italia. Oggi diciamo che il rafano non fa più parte dell’alimentazione corrente, ma rimane caratteristico della cucina tipica di Salerno e dintorni, anche se molti salernitani ne ignorano perfino l’esistenza. Anche le polpettine di rafano possono diventare un modo per riappropriarci delle nostre tradizioni.»
Il biglietto sarà di 5 euro, e il ricavato servirà alla manutenzione del complesso di San Pietro a Corte.
Per ulteriori informazioni:
http://www.fieracrocifissosalerno.it/



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