- Madonna con il bambino e Santa Margherita. Francesco Bonsignori. (1460 ca – 1519) La tavola, costruita su schemi mantegneschi (il confronto con il dipinto protagonista della saletta è illuminante), dovrebbe essere un’opera tarda, del periodo mantovano di Bonsignori, che fu pittore di corte dei Gonzaga. La mano dell’artista veronese si riconosce nei capelli anguiformi della santa o nella rigidità da scultore ligneo di altri particolari, per esempio nel panneggio o nelle mani della Madonna.
- Madonna con il bambino. Ignoto da Donatello. (fine del XV secolo) L’altorilievo di stucco proviene dalla facciata di un edificio in vicolo Balena , a Verona, e conserva minime tracce della policromia originaria. Si tratta di un esemplare della Madonna detta “di Verona”, dalla versione esistente sul muro di una casa all'angolo tra via delle Fogge e corso Sant'Anastasia, una composizione derivata da un prototipo perduto di Donatello di cui si conoscono una ventina di redazioni diverse, in stucco o in terracotta. Il collegamento fra Mantegna e Donatello, deriva dalle profonda influenza delle opere dello sculture sul Pittore, durante la permanenza di quest’ultimo nella città di Padova.
- Madonna con il bambino. Carlo Crivelli. (1430 ca. – 1495 ca.) La tavola rappresenta l’unica opera di sicuro riferimento per la formazione giovanile del pittore veneziano, presto esiliato a Zara e attivo quindi per il resto della vita nelle Marche. L’opera è firmata in lettere capitali classiche e rappresenta tutta la simbologia allegorica della Passione, compresi i putti che ne recano gli strumenti e uno sfondo paesistico con la scena finale della Crocefissione. Vi sono pure incluse una curiosa Gerusalemme dalle torri gotiche appuntite, percorsa da personaggi orientali; l’episodio con San Pietro che ha mozzato l’orecchio del soldato, con un preciso ricordo, nelle tipologie dei personaggi, degli affreschi del giovanissimo Mantegna agli Eremitani di Padova; l’albero secco con avvoltoio appollaiato, tipico emblema di crudeltà e morte nelle scene della Passione; il bambino sul cavallo bianco, altro ricorrente emblema di immaturità e incostanza.
- Madonna con il bambino, detta Madonna del Ventaglio. Francesco Benaglio. (1432 – post 1487) Benaglio è l’artista che probabilmente guidò la trasformazione umanistica della pittura veronese tra il 1450 e 1480. Il suo trittico in San Bernardino, del 1462, è la prima risposta locale al capolavoro di Mantegna per San Zeno, di soli tre anni precedente. La composizione è incorniciata in una vistosa finestra di finti marmi lavorati, ed è aperta su un paesaggio di blocchi di pietra semplificati, chiaramente in opposizione con le interminabili narrazioni dei paesaggi gotici.
- Resurrezione di Cristo. Jacopo da Valenza. (fine del XV – Inizio del XVI secolo)La composizione originalissima per il modo in cui traduce in tagliente e astratto linearismo la nuova visione pittorica di Piero della Francesca, qui singolarmente anche dalle bande geometriche degli scudi rossi e verdi. La traduzione lineare spigolosa dei volti crea effetti forse imprevedibilmente comici di sagome e maschere grottesche. Lo sfondo del dipinto è diviso dalla stessa figura del cristo in un sipario roccioso da una parte, ancora decisamente gotico, e un paesaggio in profondità dall'altra, con un villaggio di edifici rigorosamente geometrici, che richiamano quelli della nuova pittura centroitaliana.
ALTRE OPERE ESPOSTE
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