Di fronte ad una provocazione, annunciata, come l’evasione dai domiciliari , di Sallusti. Di fronte ad un evaso che dichiara pubblicamente dove si recherà, ovvero la sede del suo giornale. Di fronte ad un reato annunciato per denunciare un atto di disequilibrio rispetto alle metodologie fin qui usate in casi simili. Di fronte al tentativo di creare un dibattito pubblico e sollevare un problema, la reazione alla quale assistiamo, si conferma come l’ennesimo utilizzo della giustizia con due pesi e due misure.
Chi non ricorda le provocazioni dei Radicali, che da sempre hanno lottato per la liberalizzazione delle droghe leggere? Abbiamo assistito a distribuzione di dosi di droga leggera e addirittura utilizzo della stessa, davanti a Montecitorio… eppure il dirigente delle forze dell’ordine di turno, ha sempre avuto disposizioni di gestire la cosa in maniera soft, trattandosi di provocazioni atte a sollevare un problema e non di reati reali. Invece per Sallusti nessuna “interpretazione” giù duri nell’interpretare in maniera inflessibile le nostre leggi, le stesse leggi che fino ad oggi erano note per non aver mai garantito la certezza della pena. Povero Sallusti, ultimo giapponese, ultimo Don Chisciotte che pretende di lottare contro i mulini a vento. Tutto sta cambiando, molto velocemente… il deterioramento di un governo tecnocratico, che può tranquillamente annullare in 24 ore, per decreto, una sentenza sull’Ilva di Taranto, è lo stesso governo che tace tranquillamente di fronte alla barbarie dell’arresto di un giornalista colpevole solo di stare dalla parte sbagliata. Svegliamoci per tempo, presto non potremo più farlo, presto il torpore potrebbe condurci al sonno profondo… dalla gioiosa macchina da guerra, dei tempi di Occhetto, stiamo velocemente transitando alla sobria macchina dei tecnocrati, ma badate bene, gli attori sono sempre gli stessi, ma questa volta il regista abita il colle più alto d’Italia. Non sperate di trovare sponda leggendo la bella stampa Italiana, composta da asserviti, in busta paga, di editori che hanno da decenni venduto l’anima al mondo della finanza e alle caste che li compiacciono con finanziamenti ed accoglimento in club d’elite. Altro che libertà di stampa, altro che libertà di pensiero… Sallusti è l’esempio eclatante del fatto che chi non si allinea ed obbedisce viene epurato e marchiato a fuoco con il marchio dell’inaffidabilità.
Giorgio Terzo Catalano