Ma la passione per il genere fantascientifico resta, d’altronde Rushdie stesso si definisce «a complete addict of science fiction», tanto che il suo ultimo romanzo Two years eight months and twenty-eight nights(appena uscito per la Penguin Random House, e pubblicato, in Italia, da Mondadori con il titolo Due anni, otto mesi & ventotto notti), racconta la storia del filosofo Ibn Rushd (il filosofo che noi conosciamo con il nome di Averroè e da cui il padre di Salman Rushdie inventò il cognome inglese della sua famiglia) innamorato di Dunia, spirito magico della tradizione mussulmana (quello che potremmo definire un genio), in incognito. La narrazione si muove fra salti temporali e geografici e finisce con uno scontro che assomiglia a una delle epiche lotte fra bene e male alla Tolkien o a Game of Thrones (serie televisiva fantasy HBO che lo stesso Rushdie ha dichiarato di guardare).A leggerlo, ci dice la giornalista americana Alexandra Alter del «The New York Times», fa pensare a un blockbuster scritto da Kafka e se vi pare ancora poco per associare al science fiction e al fantasy Salman Rushdie, vi posso dire che proprio Rushdie ha lavorato a un progetto per una serie science fiction televisiva per Showtime (network americano) in cui universi paralleli al nostro entravano in collisione.
Ora riproviamo, io dico Salman Rushdie e voi rispondete…