Salone del libro di Torino: 5 dritte… più una storta!

Da Lepaginestrappate @paginestrappate

5 dritte….

1.

I biglietti si possono acquistare prima del Salone o direttamente in biglietteria. Nel caso scegliate la seconda opzione, potreste sperimentare la vera essenza del masochismo e la delizia della coda-infinita-su-asfalto misto acquazzone e sole asfissiante. Tranquilli, entrerete, prima o poi: sempre che siate ancora vivi. Nel caso, consiglio una rinfrescatina, un po’ di deodorante… per liberarsi del caratteristico eau de parfum della carne in decomposizione.

2.

Scegliete PRIMA a quali eventi partecipare: il programma del salone è un comodo libricino sfogliabile via di mezzo tra il vocabolario greco-italiano Rocci e la saga di Harry Potter in volume unico. Potrebbe accadervi come con 1001 libri da leggere prima di morire: tempo che concludete ‘sto mattone e non avete manco più gli occhi per leggerli, i 1001 libri.

3.

Pensate se non ai poveri alberi alle vostra spalle lussate quando dite di sì a TUTTI i cataloghi che vi propongono. Potrebbero proporvi della roba pure molto strana – c’è davvero di tutto al Salone…
Meglio mettere al sicuro in borsa (capiente) quelli delle case editrici cui si è interessati, segnandovi i titoli che vi hanno incuriositi… Portate una borsa capiente e acquistate quella nero primaverile ufficiale del Salone, così potete fare i fighi!

4.

I libri sono belli, gli incontri anche, il tour de force mattinasera è una figata. Di mezzo, però, ci starebbe un bel panino con la porchetta, vero? (I miei libri infatti han sempre delle ditate.)
Ci starebbe bene… e invece no! Orde di visitatori si picchiano con le borse piene di libri (o mattoni?) per soddisfarsi a quei due baretti unici presenti… forse quest’anno con l’area Casa Cookbook le cose sono cambiate, però: nel senso che stavolta, superaffamati, potremo guardare della gente cucinare!
Comunque, infilatevi in borsa qualche porcheria. Potrebbe esservi utile per non ritrovarvi a fiatare alcol puro in faccia agli standisti, barcollando deliranti tra una casa editrice e l’altra: ah, sì, non ve l’ho detto che l’unica cosa che non manca al Salone del libro è l’alcol?

5.

Al Salone del libro si spende e spande. Difficile entrare dicendo “quest’anno niente acquisti!” e poi uscire avendo rispettato il principio. Io, che di libri ne ho decisamente troppi da leggere al momento, sto già facendo una piccola lista…
Però… va bene acquirenti, più o meno compulsivi, ma fessi no!
Vi diranno in molti – soprattutto soprattutto le grandi case editrici con stand immensi e vetrati a formare una serra di odore di piedi che manco fosse un esperimento batteriologico – che non si fanno sconti fiera. Bene, ottimo… in quel caso la risposta può essere: “Caro libro, ci rivediamo dal mio libraio di fiducia, dalla feltrinelli che mi fa lo sconto e ho i punti, di fianco al banco macelleria del supermercato dove c’è sempre lo sconto, sul sito della casa editrice dove ho lo sconto, su amazon dove ho lo sconto…”
Il senso di acquistare libri da commessi ingaggiati al momento e del tutto frustrati, trovabili nelle vetrine di qualsiasi libreria, a prezzo pieno, col sopraddetto odore di piedi, devo ancora comprenderlo. Io voto per: gente che ti fa lo sconto fiera, libri che altrimenti non troveresti/compreresti, piccoli editori dove di là dal banco c’è qualcuno che ti parla.
Se poi ti offre del vino, meglio ancora!

… e una storta

La storta è la mia… quella che prenderò con le mie scarpette frufru dopo i duecentomila chilometri del salone, che basta il caldo da febbraio in poi per farmi fuggire da pantaloni e scarpe chiuse.
Scarpette da ginnastica, bastone da trekking e borraccia da montagna, fate i bravi, voi!



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