Salve gente!
Proseguiamo con il resoconto di questi 5 incredibili giorni al Salone Internazionale del Libro di Torino. Oggi vi racconterò cosa è successo sabato, domenica e, infine, lunedì. (Per sapere cosa è successo giovedì e venerdì, leggete questo post)
Giorno 3 - 18/05
Dopo la festa di minimum fax, riprendersi è stata dura. Soprattutto se il mattino dopo dovevo svegliarmi presto. Ma è stato un piacere farlo. Perché avevo un appuntamento, per così dire da Salone OFF, che attendevo con gioia. Sabato, infatti, Torino è stata luogo di una simpatica macedonia: una fragola, una ciliegia e una banana con cioccolato si sono incontrate sotto la Mole! Silvia di Banana e cioccolato qualche giorno fa avvisa me e Federica di Una ciliegia tira l’altra del suo arrivo a Torino per il weekend. Ci siamo organizzare velocemente e l’incontro si è svolto sotto la pioggia ma felicemente. Con Federica mi ero già incontrata un paio di volte, ma rivederla mi fa sempre un grande piacere e se penso che in fondo siamo vicine mi dico sempre che dovremmo vederci più spesso. L
’incontro con Silvia, invece, era il primo. Ero davvero emozionata, non sapevo chi mi sarei trovata di fronte… o meglio, in parte lo sapevo. Seguo Silvia da tempo ormai e conosco il suo amore per i viaggi e la moda e speravo che dal vivo fosse simpatica così come me l’ero sempre immaginata leggendo il suo blog. Beh, così è stato perché Silvia è davvero una persona molto carina. Tutte e tre, dopo qualche attimo di assestamento, abbiamo cominciato a chiacchierare del più e del meno, compresi i blog e gli altri blogger, con quella tranquillità che deriva dal sentirsi tra persone conosciute. Silvia mi è parsa subito una persona energica e intelligente, con delle grandi passioni che ama condividere, come quando ci ha raccontato del suo viaggio in Scozia per la gioia di Federica, o del suo incontro tra fashion blogger. Sono contenta di averla conosciuta di persona e spero di andare a trovarla a Parma al più presto.Dopo il pranzo con le mie colleghe di frutta, mi dirigo verso il Salone. Qui ho ancora un altro incontro tra blogger. Questa volta mi vedo, anche qui per la prima volta, con Dulina di Zollette di zucchero. Dulina è una ragazza deliziosa che mi ha accolto con un gran sorriso, in compagnia della sua mamma e del suo boy. Abbiamo preso un caffè mentre parlavamo del Salone. Per lei era la prima volta e sia Dulina che la sua mamma erano davvero entusiaste. E ci credo, perché il Salone fa spesso quel tipo di reazione! Anche con la dolce Dulina incontrarsi è stato più semplice del previsto. I blog sono mezzi fantastici che ci permettono di entrare in contatto con tante persone e intrattenere delle belle amicizie virtuali. Quando si ha l’occasione di incontrarsi e dare un volto alle persone con cui parliamo quotidianamente ti aiuta anche a comprendere meglio chi si ha davanti. Incontrare Dulina è stata davvero una gioia e spero di poterla incontrare ancora, magari la prossima volta in quel di Milano.
Finiti gli incontri blogger, si ritorna al vivo del Salone. Dopo aver schivato la scorta di Roberto Saviano ed essermi scontrata con Luca Sofri, raggiungo i miei compagni a un incontro nella Sala Book to the future. Questa volta l’incontro si intitola Il Book ci mette la Face. Leggere e parlare di libri al tempo dei social network. I social network sono ancor soggetto di discussione e in questa sede di intende analizzare cosa succede su social come Facebook ma anche Twitter o aNobii quando si parla di libri e come questo parlare sia cambiato nel tempo. Inoltre, è l’occasione per parlare anche di Wuz.it, il portale dedicato ai lettori che raccoglie l’eredità lasciata dal mitico sito Alice.it e che propone oltre all’informazione e all’approfondimento per addetti ai lavori e per semplici appassionati, anche la possibilità di inserire i propri libri e creare una community di lettori pronti al dialogo e allo scambio. Perché il mondo dei libri e dei lettori è fatto anche di questo e chiunque di noi lo sa bene. Usciti dalla sala del futuro, io e due miei prodi compagni andiamo a unirci alla fila per la Sala Gialla. Qui, infatti, si terrà, l’incontro misterioso con Donato Carrisi. Misterioso sì, perché lo scrittore ci sottoporrà a una vera e propria investigazione e sarà il pubblico a dover scoprire il colpevole. Non ci credevo, ma Carrisi, pur scrivendo thriller, è molto simpatico e anche giocherellone. Abbiamo trascorso una piacevolissima ora in sua compagnia e pur toccando temi difficili come la scomparsa ogni giorno di molte persone - spesso vittime di sequestri da parte di individui disturbati che possono durare anni, provocando danni irreparabili alla vita di queste persone – o del concetto di male e di come sia labile il confine con il bene, lo scrittore riesce a strapparci ben più di un sorriso. Divertente, poi, il gioco del caso che ci ha sottoposto, il cui mistero è stato risolto velocemente. Ora il mistero vero sarà scoprire se riuscirò o meno a non comprar e il suo libro: pur non essendo una amante del genere, mi è venuta una gran voglia. Altro grande incontro finito e nuovo grande incontro che inizia. Siamo di nuovo in coda per un evento molto atteso e infatti la gente in coda è tantissima. Si tratta di Serena Dandini e dell’incontro per il suo libro Ferite a morte. Siamo nell’Auditorium, che è bellissimo, e quello che ci attende è un reading di alcuni brani tratti dal libro, con delle lettrici d’eccezione quali Lella Costa, Daria Bignardi, Concita de Gregorio, Chiara Gamberale, Maura Misiti, Germana Pasquero, Barbara Stefanelli. Sono racconti brevi che narrano storie di donne come ce ne sono tante nel mondo, ogni giorno tradite e ferite, non solo nell’orgoglio ma nella carne, da mariti, padri, amici, parenti, credenze religiose e fanatismi politici, da un universo maschile e non solo che le priva dei loro diritti, della loro dignità e libertà e, infine, della loro vita. Serena Dandini è una persona che ho sempre molto ammirato e questo libro, tratto da un progetto teatrale straordinario a cui ha lavorato per oltre un anno, non ha fatto altro che aumentare ancora di più la stima che ho per lei.Libri acquistati: Sabato non ho comprato nulla, ebbra e soddisfatta di tutti questi incontri.
Giorno 4 – 19/05
Domenica decido di dormire un po’ di più, stremata da una settimana molto faticosa, e mi perdo Gramellini. E vabeh, è andata così, confido di vederlo prima o poi in un’altra occasione. Arrivo, invece, in tempo per vedere Gianni Riotta che presenta il suo libro Il web ci rende liberi?. Gianni Riotta è una professionista competente e preparato e sentirlo parlare è sempre molto interessante. Inoltre, aiutato dal direttore della Stampa Mario Calabresi, è riuscito a intrattenere la platea con molta ironia e trascorrere un’ora in sua compagnia non è stato affatto male. Devo dire però che non ero d’accordo con tutto ciò che ha detto e, in genere ho avuto l’impressione che il suo discorso e, forse, anche il suo libro, siano rivolti a una pubblico appartenente a una generazione sua coetanea, i nostri genitori più o meno, una generazione che ancora vede con qualche dubbio e perplessità il mondo di internet e che tra social media, troll e l’algoritmo di google fa ancora fatica a destreggiarsi. Questo mi ha fatto pensare a quella splendida vignetta di Zero Calcare, I vecchi che usano il pc, che ogni volta che ci penso mi viene da ridere. E proprio Zero Calcare è il secondo ospite che vado ad ascoltare domenica. Nella Sala Agorà c’è Zero Calcare che risponde alle domande dei fan. Ragazzi giovani, giovanissimi, ma anche diversi adulti, ugualmente incantati dai fumetti e dalla storie di Michele Rech (il vero nome di ZC) che strizzano l’occhio a tutta la nostra cultura pseudo generazionale e non solo. Quello che mi sono trovato davanti era un ragazzo più o meno della mia età che forse non si è ancora abituato del tutto alla sua nuova condizione di fumettista famoso e per questo quando gli fanno una domanda sembra ancora un po’ imbarazzato e intimidito. A me questa cosa ha fatto una tenerezza, anche se credo che Zero sia proprio una forza della natura, nonostante una debolezza di fondo che nasce da un disagio in cui, chi è della mia generazione, riesce a riconoscersi sempre un po’. Adoro le sue strisce e grazie a lui sono riuscita a riavvicinarmi al fumetto. Daje Calcare!Dopo questo incontro mi lascio trasportare dalla folla. Sabato e domenica sono due giornate folli al Salone, un tripudio di persone di ogni provenienza e genere che si dilagano a macchia nei tre padiglioni del Lingotto. C’è un’aria elettrizzante al Salone, c’è sempre qualcosa da vedere o da scoprire e nonostante io non ami le calche e le sale troppo affollate, riesco comunque a tuffarmi in questo mare di libri e persone. Dopo il girovagare, però, decido di prendermi una pausa e non c’era occasione migliore che una lettura pubblica per i 50 anni dalla scomparsa di Beppe Fenoglio.
Al reading hanno partecipato Margherita Fenoglio, figlia dello scrittore, Diego De Silva, Elena Stancanelli, Chiara Valerio, Guido Chiesa, Davide Longo, Gabriele Pedullà, Piero Negri Scaglione e Alessandro Baricco. Era la prima volta che vedevo Baricco dal vivo e considerando che ho praticamente letto quasi tutti i suoi libri, potrete ben immaginare che gioia sia stato per me vederlo sul palco. Devo confessarvi che ascoltare Fenoglio mi ha fatto ricordare di uno dei miei più grandi rimorsi, ovvero di non aver mai letto niente dello scrittore. E domenica pomeriggio mentre ascoltavo le voci dei vari lettori ho avuto l’immediato impulso di leggere La paga del sabato o Una questione privata e anche Il partigiano Johnny. So che posso ancora correre ai ripari ma non averli letti mi fa vergognare un po’. Perché certi autori non andrebbero mai dimenticati.La giornata di domenica finisce così. Libri acquistati: La storia di una bottega di Amy Levy presso lo stand della regione Umbria, pubblicato dalla Jo March, agenzia di cui vi ho ampiamente parlato; Un polpo alla gola di Zero Calcare; Il canto del cielo di Sebastian Faulks, di cui ho letto ottime recensioni nei blog di alcuni di voi, e Grotesque di Natsuo Kirino, nella mia wish list già da un po’, approfittando degli sconti della Beat.
Giorno 5 – 20/05
Ultimo giorno di Salone. E insieme alla stanchezza, nell’aria si respira un po’ di tristezza, come quella che senti alle feste quando la maggior parte delle persone sono andate via e si è rimasti in pochi. Lunedì mi sono dedicata ad altri acquisti. Sono passata allo stand di una casa editrice conosciuta proprio grazie agli eventi del Salone, La Nuova Frontiera. Non la conoscevo ma pare essere una casa editrice nelle mie corse, dato che hanno tanta letteratura sudamericana contemporanea, da noi spesso poco considerata. Sono stata molto contenta di comprare due dei loro titoli perché è stata la dimostrazione che al Salone, se lo si vive intelligentemente e con un po’ di tempo in più a disposizione, si possono fare delle belle scoperte e allargare le proprie conoscenze.
Sono andata per l’ultima volta nella sala Book of the future per sentire il mio ultimo intervento sui social media del Salone: Casa editrici e social network. Ascolto, engagement, risposta. E il vender libri? Devo dire che è si è trattato di un incontro interessante che ha mostrato con analisi ma anche testimonianze di editori come l’interazione tra case editrici e pubblico attraverso i social network come Facebook e Twitter sia non solo ormai diffusissimo, ma anche in quali modi questa interazione si sviluppi e prenda forma da una casa editrice all’altra e da un sociale all’altro. Non sempre , infatti, a molti “like” in un pagina Facebook corrisponde una uguale relazione con i propri lettori (Mondadori ha molti più follower della Bao publishing ma la Bao ha una maggiore interazione con i suoi) e per questo si creano spesso interazioni a senso unico dove all’ennesimo twitt non c’è alcuna ricezione da parte dei follower e, in senso contrario, a una domanda del pubblico non vi è risposta. Inoltra ci si è domandati se questo dialogo continuo tra editori e pubblico comporti anche un aumento delle vendite e purtroppo questo accade solo in pochissimi casi, mentre per la maggior parte si tratta solo di un sollevare l’attenzione dei follower solo momentaneamente, senza reali ripercussioni sulle vendite. Gli italiani non leggono e questo è un dato di fatto che purtroppo ha continuato a seguirci per tutto il Salone. Cambiare si può solo con un’adeguata educazione non solo al libro e alla lettura ma oggi ci vuole anche un’educazione ai mezzi di comunicazione, in particolare al web e alle sue molteplici risorse.
Pausa pranzo e ci rimettiamo in coda per l’ultimo dei grandi eventi: l’incontro con Giacomo Porretti, il Giacomo del famoso trio comico. Giacomo è al Salone per parlare del suo libro, Alto come un vaso di gerani, e per raccontarci una provincia e un’Italia, quelli della sua infanzia, che oggi non ci sono più. Giacomo narra alcuni episodi della sua vita, come i pomeriggi all’oratorio o i tornei di bocce al Circolo del paese e ci fa rivivere le atmosfere di quei tempi. Calabresi, che gli fa da controparte sul palco, lo invita anche a parlare dei suoi esordi e dell’incontro con Aldo e Giovanni e questa è la molla per una serie di aneddoti spassosi sui suoi colleghi, in particolare Aldo che sembra essere davvero quel personaggio un po’ stralunato che abbiamo sempre visto al cinema o in tv. L’ideale per terminare gli incontri del salone in allegria. Ma non è finita qui: prima di salutare il Salone del Libro, facciamo un’incursione nella cucina del salone, in Casa Cook Book, uno spazio dedicato all’arte culinaria e ai libri dedicati al cibo e al life style. Qui assistiamo alla lezione di cucina dell’avvocato che più famoso della tv, Tiziana di Masterchef. La vincitrice della seconda stagione dello show ci ha deliziato con una ricetta a suo parere “facile”: anatra con zucca e mostarda su un letto di purea di patate. Tiziana appare essere anche dal vivo l’avvocato autoritario e un po’ supponente che abbiamo visto in tv, ma alla fine riesce a preparare un piatto che il pubblico ha trovato molto gradevole e tutto questo senza sembrare troppo antipatica.Terminato anche quest’ultimo evento, raggiungiamo l’uscita e ci godiamo un po’ di aria fresca mentre il sole tramonta. Quest’anno il Salone del libro è stato speciale per tante ragioni. Ho potuto viverlo fino in fondo, immergermi in tutte le sue sfumature, scrutarlo da molti angoli e goderne per tutto il tempo che desideravo. Inoltre ho avuto per 5 giorni la fantastica compagnia dei miei compagni e quando questi eventi li si vive in compagnia, tutto acquista un gusto diverso. Cinque giorni di salone ti permettono di scoprire cose nuove, trovare conferme e accettare smentite, avere il tempo di farsi un’idea e magari ricredersi su altre, studiare chi lavora nel campo dell’editoria, capire quali sono le loro idee e anche le loro preoccupazioni, in un periodo di crisi e in un contesto come quello italiano così difficile, sempre, per il mondo editoriale. Probabilmente vivrò altri saloni, ma questo sono sicura rimarrà nella mia memoria come il più memorabile, il Salone con la S maiuscola. Una bellissima esperienza che sono stata davvero fortunata a poter vivere.
Libri acquistati: La casa di Mango Street di Sandra Cisneros, Il bambino pesce di Lucia Puenzo, Tenera è la notte di F.S.Fitzgerald, Una cosa divertente che non farò mai più di D. Foster Wallace
Prima di salutarvi, ricordo che il nuovo tema di Book Blogger May è uscito e lo trovate QUI
A presto!