Il primo caffè con gli Incubatori.
Fare un piccolo tour di ricognizione (per il comunicato stampa di chiusura) e parlare con alcuni editori sulla loro permanenza sabauda. Un inizio di giornata frenetico, ma gentile. Come speravo.
Poi è arrivato il momento della presentazione del mio romanzo. Il metodo della bomba atomica. Al momento, non trovo le parole per descrivere questa emozione. Non mi viene neanche un pensiero. Solo gratitudine per chi era lì, per chi ha comprato (tutte le copie esaurite!!) il libro e chi ci ha ascoltati raccontarlo. Credo che il motivo per cui non so cosa scrivere sia quella vecchia storia del "non raccontate mai niente a nessuno, se lo fate finisce che sentite la mancanza di tutti". Suppongo sia proprio così. Non è un caso forse che mi saltino in mente le parole di Holden proprio ora. Nell'ufficio solitario qui sotto del Salone, mentre stendo incredula queste righe. (Foto di Simone Spada).
C'è stato un "firmacopie" per me. Mi avete commossa con la vostra gentilezza, bellezza, affetto e regali. GRAZIE (Foto di Simone Spada).
Lui è Dario Voltolini. Realmente. (Foto di Simone Spada)
Solo le nocciline di Chieri allo stand del Circolo dei Lettori potevano tirarmi un po' su dopo il più clamoroso calo di zuccheri della storia.
Per raccogliere le idee dopo queste cose che vi ho raccontato, mi sono rifugiata alla conferenza stampa di chiusura del #SalTo13. #solocosebelle
Poi ho fatto un giretto al Padiglione 5, dove ci sono le parti più sognanti e riposanti del Lingotto. Qui, solo cose tenere, luminose. La conclusione dunque di questa esperienza di cinque giorni è stata che. Non lo so ancora. Non vorrei finissero queste cose però. E al tempo stesso sono curiosa di sapere cosa accadrà il prossimo anno, #SalTo14, o anche solo domani mattina. Grazie per aver letto queste cronache!