Intervista alla designer Emmanuelle Trentini in occasione della sua partecipazione al Salone Satellite
Emmanuelle Trentini / Ph. Roberto Arleo
Designer svizzera e italiana, nata a Ginevra, lavora e vive tra Firenze, Ginevra e Milano. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, consegue dapprima il diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze e successivamente al corso di Laurea in Disegno Industriale presso l’Università degli Studi di Firenze. Mentre matura significative esperienze presso studi internazionali di Industrial Design, inizia a collaborare con la cattedra di Storia dell’Arte del Prof. Guglielmi Eugenio, presso l’università degli Studi di Firenze. Successivamente fonda la sede italiana del proprio studio Littlehouselab, divenuta col tempo sede principale della propria attività creativa. Partecipa a numerosi eventi di Design, esponendo le sue creazioni anche al Salone del Mobile - Satellite di Milano 2009, che riscuotono particolare interesse da parte del pubblico e dei media, venendo chiamata a partecipare alla mostra-evento "Ceci N’Est Pas Un Hotel", organizzata dal NHOW - Hotel di Via Tortona 35, Milano, ove le sue opere sono esposte sino al mese di aprile 2010. Nel 2006 vince il primo premio "Riprogettare il Mappamondo" organizzato dalla Novarico. Oltre che della progettazione, si occupa di altri settori dell’Industrial Design, quali grafica e illustrazioni.
Roberto: Dove sei nata? Emmanuelle: Sono nata a Ginevra in Svizzera.
R: Di cosa ti occupi? E: Mi occupo di grafica e di design.
R: Quale è stato il tuo iter professionale? E: È iniziato con la progettazione e la realizzazione di vetrate artistiche per i luoghi sacri. Allora stavo frequentando l’Accademia di Belle Arti. Successivamente mi sono iscritta al Corso di Laurea in Disegno Industriale ed è proprio in quel momento che ho potuto dare spago ad una passione che già esisteva in me ma alla quale non avevo dato abbastanza importanza. Dopo la laurea ho deciso di iniziare a lavorare in freelance nel mondo della progettazione, cercando di arricchirmi in più rami possibili quali le illustrazioni, la grafica e il design sia di oggetti che di prodotti d’arredo.
Prêt-à-couper © Emmanuelle Trentini
R: Che tipo di prodotti hai deciso di esporre al prossimo Salone Satellite?E: Ho deciso di esporre oggetti che abbiano una relazione con la zona cucina-soggiorno-sala da pranzo. In effetti quest’anno esporrò un tavolo con sedie corredate, un tavolino da fumo e vari accessori da cucina.
R: Che rapporto c’è tra moda e design? E: In primo luogo direi che sono dei "fratelli siamesi" collocati all’interno della parola "estetica". Entrambi possono essere analizzati attraverso processi molto simili, dalla ricerca di ispirazione passando attraverso la progettazione e infine la realizzazione. Potremmo inoltre aggiungere che anche i canali di diffusione sono molto simili... L’uno ingloba l’altro, sono inscindibili, è solo l’ordine di importanza datagli che fa in modo che un progettista tenda verso la moda o verso il design. Generalmente il designer indossa i propri vestiti con classe e/o estro e vice-versa per chi si occupa della moda. Quando sono in cerca di ispirazione non mi limito mai allo spaziare in un ambito solo, quale il design, ma ovviamente è molto importante sbirciare anche nel mondo della moda, in particolare mi piace molto aprire il computer la mattina ed iniziare la giornata dando un’occhiata ai blog di moda.
R: Creativi si nasce o si diventa? E: Direi che nella maggior parte delle volte ci si nasce! Ma nulla vieta il diventarci!
R: Un tuo pregio e un tuo difetto? E: Mi viene subito in mente una cosa che potrebbe essere sia un difetto che un pregio: la mia curiosità! Il voler costante di imparare e conoscere, ma allo stesso tempo il passare effimero da una cosa all’altra!
Prêt-à-couper © Emmanuelle Trentini
R: Una passione? E: Cercare quadrifogli nei prati verdi!
R: Un progetto di design che ami particolarmente? E: Non ne ho uno in particolare ma tanti. Alcuni rimangono in testa per momenti più duraturi rispetto ad altri. Tanti sono soggetti all’effetto della tendenza e assumono velocemente quel aspetto di "passato", altri geniali riescono a superare tali caratteristiche suscitando scalpore e bellezza ogni qualvolta lo si incontri.
R: Quello che ami meno? E: Anche in questo caso potrei rispondere in maniera simile alla precedente domanda. Il progetto che amo meno è quello che mi da immediatamente un senso di sazietà!
R: Un pensiero per concludere l’intervista? E: Occupati di annaffiare e curare il fiore che hai davanti ai tuoi occhi in quel momento...
R: Grazie per la disponibilità E: Grazie a te.
Link di riferimento: www.emmanuelletrentini.comwww.littlehouselab.com