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Salsicce

Creato il 08 novembre 2013 da Renzomazzetti
NOTTE.

NOTTE.

Che nottataccia! La guardia medica ha visitato almeno un centinaio di persone che accusano tutte gli stessi malori, perciò è stata prescritta la stessa medicina accompagnata dalla raccomandazione di correre al pronto soccorso se entro una mezz’ora non sortisse alcun effetto benefico. Infatti, di un centinaio, almeno una buona metà è stata ricoverata anche in ospedale. Si ignora la fonte dei gravi disturbi dovuti sicuramente ad’ una intossicazione alimentare. L’autorità sanitaria ha provveduto, a seguito delle testimonianze degli ammalati e dei familiari a prelevare, dalla cucina della tradizionale festa per il finanziamento della stampa e propaganda, dei campioni di salsicce per le analisi di laboratorio. Gli avversari politici gongolano e sul giornale murale davanti alla sede hanno scritto: Per i comunisti la carne di maiale non è digeribile come quella dell’infante! (Ricordo da un racconto di Tirella).

L’ASSEDIO   DI   LENINGRAGO   (parte)

I cavalli piangendo errano per le strade

deserte nel chiarore della notte di giugno,

i cavalli hanno fame ed errando a gruppi

stretti i fianchi l’uno all’altro

piangono nelle strade vuote sotto le finestre

spalancate sul deserto paesaggio delle stanze vuote

gridando ”Oh non è vero, non è vero,

non abbiamo mangiato il bambino!”

Quei gridi dei cavalli nella notte bianca

il rumor degli zoccoli sull’asfalto opaco

ma la città dorme sepolta nella fame fredda.

Sparse le lunghe criniere sul collo magro

alzano gli occhi grandi pieni di pianto

gridano ”Non l’abbiamo mangiato noi il bambino!”

Errano per i vicoli della Sennaia, per l’immensa

Prospettiva del 25 Ottobre, lungo la Fontanka,

il loro passo è come quello di stanchi soldati

come il passo degli operai che tornano da Peterhof

disperati cattivi col fucile nel pugno

errano nelle strade deserte, e gridano ”Non è vero

non siamo stati noi a mangiare il bambino!”

E quel pianto quei gridi fanno nell’aria tersa

un’eco lunga nelle case addormentate

piangono curva la testa, e dicono ”Oh per il nostro

dolore, il crudele destino

non siamo stati noi a mangiare il bambino!”

-Curzio  Malaparte-

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