Dunque, elezioni anticipate.
Tra le tante questioni che rendono particolari le amministrative a Salso troviamo, ad esempio, due liste di sinistra, una ufficiale del Pd con il candidato sindaco scelto con le primarie, il renziano Frittelli che si presenta con l'appoggio dalla Francani di Rifondazione... e una lista non ufficiale che candida a sindaco l'assessore provinciale Fellini, dei Comunisti Italiani, con l'appoggio di una parte degli sconfitti alle primarie del Pd.
Tutti a chiedersi che succede, che è successo al Pd e ai suoi dirigenti. Ma di che stiamo parlando? Cosa è oggi il Pd? Impossibile dirlo. In questi mesi, dopo aver creduto in una facile vittoria alle recenti elezioni politiche, di fronte alla cruda realtà del risultato, il Pd è imploso. Però, se è difficile oggi definire cos'è il Pd, in compenso è possibile fare un lunghissimo elenco di ciò che il Pd non è. Il Pd non è: affidabile, credibile, coerente, comprensibile, contemporaneo, democratico, decente, equilibrato, europeista, fermo, garantista, comunista, innovativo, istituzionale, leader, leale, liquido, leggero, mobilitante, on line, onesto, popolare, rock, solido, scalabile, social, utile, unito, vivo... amen!
E ne vogliamo parlare della lista Pro Salso, una lista che non sarà sulla scheda elettorale? Fondata da Gianfranco Biolzi, è stata esclusa definitivamente dalla competizione: le firme raccolte per la presentazione del candidato a sindaco Mario Spezia non sono ritenute regolari perché autenticate da chi non aveva i titoli per farlo ...
E che dire degli indigeribili dirigenti del Pdl parmense? Campioni nazionali nella perdita di consensi, per non smentirsi, ma anche per non contarsi, ecco che, più belli che pria, si presentano alle prossime comunali di Salsomaggiore nascondendosi dentro la lista “Insieme per Salso e Tabiano”, ovvero lista della disperazione, o dei quattro cantoni; lista figlia delle difficoltà del Pdl, della Lega, dell'Udc e della Destra di Storace nel trovare firme valide e candidati decenti; lista nata nella note tra il 25 e il 26 aprile, con un candidato sindaco, Marco Caselgrandi, ai più sconosciuto e una lista si candidati al Consiglio comunale formata dai soliti conosciuti; insomma utile solo ai dirigenti dei 4 partiti, che, comunque vada (andrà male!) credono di salvarsi da giudizi imperativi.
Ma come? Lo dico, per chi non l'avesse ancora capito: è questo un modo d'intendere la politica come strumento al servizio non dell'interesse pubblico ma del particolare; e ancora, è questo modo d'intendere il partito come un feudo personale dove non esiste la democrazia (una testa un voto) ma una oligarchia che decide e impone scelte nell'interesse del proprio interesse, e se non ti adegui
son cazzi.
Ricordate? Fidenza, mesi e mesi infuocati con numerosi tentativi di delegittimare il sindaco, con Pantano a dirigere "la fabbrica del comunicato" ... a proposito, visto Pantano è un dipendente della Regione Emilia Romagna da noi stipendiato, se
E ancora. Ma come? E a nome di chi e per che cosa? Non è bastata a questa, chiamiamola pure, scusate il ruttino, classe dirigente del Pdl, la lezione del 4% parmigiano?
No davvero, l'elettore di centro-destra non merita questi politicanti, interessati solo ad ottenere privilegi e incarichi per sé e per gli amici.
L'ambiente, non da ieri, è corroso da una demagogia inopportuna, ma se prima dell'intervento della Procura veniva gestito da un leader ingombrante ma leader vero, oggi a Parma e provincia la politica è sequestrata e da un gruppo dirigente che esige il silenzio e l'obbedienza, altrimenti son cazzi, come racconta Giampaolo Lavagetto in un libro fresco di stampa, e che non per niente si titola "Fuoco amico".
Comunque, l'unico dato positivo, è che per questi politicanti -coptati o coptatori- è arrivato il the end.
La politica, la bella politica è altro, deve essere altro dalle trame dei furbacchioni di turno; di sicuro è altrove.
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