Salta lo stop al maxi-sconto sui canoni per le frequenze pagati da Rai e Mediaset che il Mise aveva messo in campo in un emendamento al Milleproroghe: cacciata dalla porta però la riformulazione dei canoni che non privilegerà più gli incumbent televisivi dovrebbe tornare dalla finestra. È questa, secondo quanto apprende l'Adnkronos, l'intenzione del Mise che con il sottosegretario Antonello Giacomelli aveva messo a punto l'emendamento che è stato di fatto 'bocciato' dal Mef.
Lo stop al maxi-sconto era già saltato quando la commissione Bilancio in sede di legge di Stabilità aveva giudicato inammissibile la proposta di modifica. Sempre secondo quanto si apprende, per quanto attiene il Milleproroghe, via XX Settembre avrebbe voluto che la parità di gettito per lo Stato richiesta dalla legge fosse garantita subito: ma per rispettare le indicazioni europee che vogliono che con l'avvento della tv digitale sia l'operatore di rete a pagare e non più l'azienda editoriale (fornitore di contenuti) questo non sarebbe stato possibile.
Almeno non subito, ma, appunto, in sede di una riforma complessiva della legge Monti che nel 2012 ha stabilito che d'ora in avanti il canone delle frequenze sia calcolato in base ai mux occupati dagli operatori di rete e non in base al fatturato delle aziende editoriali Con il contenuto dell'emendamento il Mise avrebbe avocato a sé i poteri dell'Autorità per le comunicazioni in materia di canone: di fatto questo avrebbe fatto sì di prevedere il pagamento solo di un acconto da parte degli operatori di rete per poi, appunto, mettere mano alla riforma.
Il ministero dello Sviluppo aveva già indicato la necessità di riformare la legge Monti, che tra l'altro rischia di creare una disparità tra operatori di rete e operatori verticalmente integrati (come Rai e Mediaset), inserendo una proroga agli attuali criteri per il canone delle frequenze in sede di legge di Stabilità: la richiesta però era stata giudicata inammissibile dalla commissione Bilancio del Senato.
Il problema di lasciare via libera alla delibera dell'Agcom è di natura economica visto che se a pagare saranno gli operatori di rete rischieranno sia bilanci di aziende nazionali che molti di quelli delle tv locali. Senza contare che se gli operatori di rete ovvero possessori di mux aumentassero in percentuale i loro canoni ai fornitori di contenuti (come nel caso di Persidera che 'ospita' il canale Discovery) questi ultimi potrebbero scegliere di spostarsi su operatori concorrenti.