Magazine Maternità
L'inizio e la fine di tante cose.
Un anno con dei picchi mostruosi sia in discesa che in salita.
E' stato l'anno delle malattie, brutte, e più brutte. Un po' per tutti qui in famiglia. Che sia mai che si fanno preferenze.
E' stato l'anno delle spese impreviste, che alla fine l'imprevisto era passare 15 giorni senza uscite straordinarie.
E' stato l'anno del "Ci dispiace ma un a segretaria ci costa troppo"
E' stato l'anno del "chissà se si va in ferie tra lavoro che non c'è, spese impreviste e le malattie"
E' stato l'anno dei sensi di colpa. Perchè io faccio la diversa e ai vaccini non ci credo. E poi mi cago sotto per ogni influenza.
E' stato l'anno dei picchi, Come ho detto.
Perchè mai come quest'anno ho alternato fiduciosi "si lo posso fare" a rassegnati "Non valgo niente ma che voglio fare?"
E' stato l'anno degli sbalzi di umore.
E' stato l'anno del "se non vado in depressione ora non ci vado più"
E' stato l'anno del "I sogni si avverano" per poi scoprire che i sogni sono fatti per rimanere chiusi in un cassetto.
E' stato l'anno che certe giornate non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto.
Ma è stato anche l'anno in qui ho pensato di poter cambiare il mondo.
Cose ne sono successe parecchie.
Ho sognato di poter scrivere un libro. Sogno interrotto da un no, che per quanto mi possa ripetere che ero pronta, forse non lo ero abbastanza.
Ma è stato anche l'anno in qui ho ri-preso a scrivere. E forse qualcosa di buono ne uscirà.
Ancora non lo so. Ancora a volte rimango terrorizzata davanti a una pagina bianca.
Ancora leggo con una punta di invidia storie bellissime scritte da persone troppo brave.
Ma una cosa c'è. Quella ormai mi appartiene. E quella nessuno me la porta via. La mia storia di Natale è stata pubblicata. E quella nessuno la tocca.La mia storia di Natale.
Ora non so cosa potrà portarmi in 2012.
Vorrei mi portasse la sicurezza di poter fare qualcosa. Di saper fare qualcosa.
A tutti auguro un anno bellissimo, magico e unico.
Ma soprattutto auguro a chi ancora non lo è di diventare mamma. Io vi penso. E tanto.
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