“Si tratta di una tassa che paghiamo ogni volta che beviamo una birra. – ha detto Alberto Frausin, Presidente AssoBirra – In pizzeria, a casa, ovunque. Aumentarla ancora sarebbe ingiusto, inefficace e dannoso per tutti. Le nostre aziende sanno che ci sono settori, come l’istruzione e la cultura, che hanno bisogno di investimenti – ha continuato Frausin – ma quello che chiediamo alle Istituzioni e alle forze politiche è di non continuare a trovare le risorse necessarie aumentando ancora le tasse. L’accisa è una tassa che paga il consumatore ogni volta che beve una birra, che lo faccia in pizzeria o al bar o a casa sua”.
Già oggi più di un sorso su tre se lo beve il fisco: 37 centesimi di tasse su un euro di birra. E con i nuovi aumenti si rischia di arrivare a un sorso su due. AssoBirra lancia quindi una petizione sul sito www.salvalatuabirra.it (alla quale mi unisco del tutto gratuitamente e spontaneamente anche con questo post sul mio blog, dove non troverete mai marchette nascoste), da sottoscrivere e presentare a Governo e Parlamento per scongiurare l’aumento. Per chiedere l’annullamento di questa proposta, basta andare sul sito realizzato appositamente per l’iniziativa e firmare la petizione online. Per aumentare il passaparola, oltre al sito dedicato, l’associazione ha creato anche l’hashtag #salvalatuabirra, per informare gli italiani sulle reali conseguenza di questa decisione del Governo, che intende tassare l’unica bevanda a bassa gradazione alcolica che paga le accise in Italia. Senza dimenticare che i consumatori italiani pagano tre volte le tasse sulla birra rispetto agli spagnoli e ai tedeschi.
Io ho già firmato, e voi?
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