Salvador cabanas, discesa all’inferno e ritorno

Creato il 17 agosto 2011 da Lunastorta79 @marcobeltrami79

“Voglio tornare a giocare e partecipare ai Mondiali”. Per Salvador Cabanas, 31enne attaccante paraguayano, il primo pensiero una volta svegliatosi dal coma è stato subito per il calcio. Colpito da un colpo di proiettile alla testa in un bar di Città del Messico il 25 gennaio 2010, il giocatore paraguayano si è svegliato dopo 5 giorni in cui ha lottato tra la vita e la morte, “urlando” a tutta la sua nazione la volontà di tornare a giocare.

Operato d’urgenza alla testa, si è ripreso dopo diversi giorni, durante i quali ha dovuto effettuare delle terapie per riprendere le normali capacità motorie, riacquisire parte del campo visivo e riportare nella norma le attività cerebrali senza però abbandonare quel proiettile, che è rimasto sempre al suo posto e che lo accompagnerà per tutta la vita, visto che i medici hanno deciso di non asportarlo per evitare possibili complicazioni.

Il recupero è stato sbalorditivo e a distanza di più di un anno il campione paraguayano, eletto come miglior sudamericano nel 2007, è stato acclamato dal pubblico allo stadio Azteca, lo scorso 10 agosto, durante un'amichevole in suo onore tra la nazionale del Paraguay ed il club messicano America, squadra dove giocava quando subì l'aggressione.
"Chava" come è chiamato in Messico, ha vestito entrambe le maglie, giocando a tutto tondo, per 10 minuti, con ognuna delle due squadre. Il tutto mentre lo schermo gigante dello stadio mostrava i momenti di gloria del goleador, quando militava nel club messicano

Giovanni Gagliardi,
giornalista e appassionato di calcio, dotato di un particolare acume critico che gli permette di evidenziare gli aspetti meno scontati di tutto ciò che ruota intorno allo sport più bello del mondo.

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