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Salvage – da Kafka a Gough

Creato il 12 ottobre 2010 da Soloparolesparse

Non è un gran film questo Salvage di Lawrence Gough, ma non è neppure malaccio, e ha senz’altro alcune cose buone… una in particolare.

La trama è scarna e solo abbozzata.
Un container sulle coste del Galles ed una cittadina è minacciata da un pericolo devastante, tanto da essere messa in quarantena, anche se non in maniera ufficiale.

Salvage – da Kafka a Gough

Solo che di tutto questo viene fuori poco nel film… e soltanto dopo circa un ora di narrazione.

La cosa migliore di Salvage è senz’altro la costruzione iniziale.
Si parte con una sequenza che precede i titoli. Il ragazzino che consegna i giornali si ferma per ascoltare una lite in una casa, viene scoperto e inseguito nel bosco, dove viene raggiunto da una frustata letale con tanto di schizzo di sangue.

Da qui si passa, dopo i titoli, a seguire padre e figlia in macchina.
Vigilia di Natale, la ragazza raggiunge controvoglia la madre (separata dal padre).
Dal dialogo tra i due viene fuori che il padre è bravo e bello, la madre butta e cattiva e (lo scopriamo all’arrivo della ragazza) anche vagamente troia.
La sequenza è lunga, articolata e ci convince senza dubbi che la ragazza, una discreta Linzey Cocker, sia la protagonista del film.
Ma ancora una volta siamo sviati.
Quando entra in gioco la madre (che scopriamo brutta e cattiva come annunicato), la ragazza esce di scena e l’attenzione si focalizza su Neve McIntosh, che è la vera protagonista di Salvage.

Ed il modo in cui l’attenzione si sposta su di lei è l’altra cosa senza dubbio buona del film.
Scena in cui la ragazza la manda al diavolo, lei si gira sconsolata e si trova un fucile puntato in faccia da una schiera di uomini in assetto da reparti speciali.
Donna a terra e film che cambia completamente tono e ritmo.
Tutto quello che abbiamo visto finora è solo contorno: la storia cominicia adesso.

Salvage – da Kafka a Gough

E da questo momento in poi ci ritroviamo catapultati in una vicenda kafkiana, perchè i protagonisti si trovano chiusi in casa, minacciati dall’esercito e da qualche nemico misterioso che non conoscono e che non gli viene comunicato.
Si provano fughe e barricamenti ma intorno a loro la gente comincia a morire di morti violente e sanguinose…

E si rimane in questo limbo di alta tensione fino allo scoccare della prima ora (il che vuol dire poco più di dieci minuti prima che il film finisca).
Solo allora scopriamo la verità (squallida e poco soprannaturale) ma anche la verità non cambia il ritmo e il film scorre verso la conclusione senza rivelazioni esagerate.

Il finale è quanto di più classico possiate immaginare ma è comunque discreto.

Giudizio sintetico: godibile, con un paio di sequenze di buon livello.


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