All’epoca del lancio l’iPad fu quasi unanimemente definito come il salvagente dell’editoria.
In questi spazi sono stati illustrati sia i motivi concettuali legati alla concezione dell’ecosistema dell’informazione che i fondamenti economici sulla base dei quali si riteneva, si ritiene, che il tablet della Apple non potesse rappresentare la bacchetta magica risolutrice delle problematiche che affliggono l’editoria.
I primi segnali di una consapevolezza del ruolo marginale, in termini di recupero delle revenues, del device dell’anno erano emerse già dai risultati dell’ indagine sulle notizie in mobilità effettuata dall’ Audit Bureau of Circulation.
E’ proprio dall’ ABC che arrivano ora i dati ripresi da WWDMedia che evidenziano il crollo verticale delle sottoscrizioni a pagamento per i principali magazines statunitensi. Pare insomma che il salvagente si sia definitivamente bucato.
Rimosso l’ennesimo ostacolo, nella lista dei desideri per l’anno prossimo il sottoscritto inserisce ai primi posti la speranza che cessi definitivamente l’orientamento al prodotto per dare spazio finalmente ad un più attuale e ragionevole orientamento ai bisogni, agli interessi dell’utenza.