Il soldato Bradley Manning è accusato dalla giustizia degli Stati Uniti di “collusione con il nemico”, diffusione di segreti militari”, “pubblicazione di informazioni riservate su Internet, pur consapevole di renderle accessibili al nemico ” e “frode e violazione delle normative militari”. Manning rischia il carcere a vita o, addirittura, la pena di morte, perché sospettato di aver consegnato a Wikileaks informazioni coperte dal segreto militare. Tra dieci giorni comincerà il processo. Il suo avvocato, David E. Coombs, ha reso pubblico un documento di venti paginenel quale sono elencate le richieste della difesa per l’audizione dei testimoni. I nomi dei trentadue potenziali testimoni, come potete constatare, sono stati cancellati.
Il Washington Post ipotizza che la difesa di Manning voglia chiamare a testimoniare anche il presidente Barack Obama e il capo del Dipartimento di Stato, Hillary Clinton. Obama – dice l’avvocato Coombs – si sarebbe espresso pubblicamente sul caso: “…Manning ha infranto la legge”, il che – sempre secondo il legale – sarebbe una violazione del codice della giustizia militare.
L’audizione della Clinton, invece – scrive Josh Gerstein sul prestigioso sito POLITICO – sarebbe stata richiesta per confermare che la pubblicazione, da parte di Wikileaks, dei dispacci diplomatici, avrebbe avuto un impatto limitato. Il Segretario di Stato dovrebbe precisare, sul banco dei testimoni, “se la fuga di notizie, pur essendo imbarazzante per l’Amministrazione, abbia avuto conseguenze importanti sulla politica estera degli Stati Uniti”.
Stralcio del documento della difesa del soldato Manning
E’ difficile – rileva il Washington Post – che le richieste della difesa siano accolte e che Obama e Clinton vadano a testimoniare. E’ certo comunque che l’avvocato Coombs sia riuscito a squarciare il velo di silenzio che circonda la sorte del soldato Manning, arrestato diciotto mesi fa e detenuto in condizioni che molti giudicano poco rispettose dei diritti umani.
Qualche giorno fa cinquanta parlamentari europei hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Presidente Obama e alle più alte cariche del governo americano per denunciare un trattamento illegale e “viziato da evidenti conflitti di interesse”.
“Chiediamo al governo degli Stati Uniti – si legge nella lettera – di consentire al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Juan Méndez, di incontrare privatamente Bradley Manning, per verificarne le condizioni di detenzione e accertare se è vero che il signor Manning sia tenuto in isolamento per 23 ore al giorno e costretto a dormire e stare sull’attenti senza vestiti. Il suo avvocato - dicono i parlamentari europei – ha documentato episodi aggiuntivi che indicano la possibilità di altre violazioni dei diritti umani”.
Il governo degli Stati Uniti non ha ancora risposto.
Fonti: Washington Post, Politico, Le Monde, La Stampa.