In realtà la relazione tra Gasparri e il social californiano è da sempre travagliata, soprattutto a causa del suo conflittuale rapporto con uno dei suoi più acerrimi nemici: la tastiera.
Siccome Twitter, come ogni altro social, presuppone che gli iscritti interagiscano tra di loro, ben presto Maurizio ha cominciato a confrontarsi con gli altri utenti - spesso non esattamente suoi sostenitori - e, armato della proverbiale affabilità fascista, ha cominciato a ricoprire di contumelie chiunque osasse muovergli critiche o provocazioni. Il sempre ardito e virile "sciò", teneri apprezzamenti quali "demente", "tossico" o "discarica" sono la cifra stilistica che contraddistingue i suoi quotidiani battibecchi con chiunque gli capita a tiro, talvolta anche quando non è direttamente coinvolto nelle discussioni. Quella che segue è una sintetica rassegna di alcune sue tweet-prodezze. Si sconsiglia la visione alle persone sensibili.
Come scritto sopra, forse sarebbe davvero il caso di interdire a Gasparri l'uso di Twitter impedendogli l'uso di qualunque apparecchio elettronico, oppure segnalando il suo profilo in modo da farlo bloccare. Come si farebbe con un bimbominkia qualsiasi. O con un vicepresidente del Senato un po' svitato.