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Salviamo Sibari dal fango

Creato il 25 gennaio 2013 da Filelleni

resizer.jspInondare Sibari con le acque del Crati, perché nulla sopravviva del suo splendore. Lo fecero i crotoniati duemilacinquecento anni fa, e lo ha fatto oggi l’incuria moderna. Il fiume Crati ha rotto gli argini e ha travolto con violenza quel che restava dell’immensa Sibari lussuriosa, della perfetta Turi che Pericle vi sovrappose, della romana Copia. Tutto è ora ricoperto da acque e fango, e se non s’interviene subito il danno sarà irreparabile. Un danno immensamente più grave del crollo di un muro di Pompei che fa tanto notizia. Per Sibari serve davvero una nuova grande mobilitazione, un piano di recupero delle memorie antiche e di riassetto dell’intera piana. Servono nuovi “angeli del fango”. Cominciamo firmando (inviando una mail all’indirizzo [email protected]) l’appello diramato ieri da Battista Sangineto dell’Università della Calabria, che riportiamo qui sotto. E poi partiamo.

Sibari è scomparsa sotto milioni di metri cubi di acqua e di fango a causa di un cedimento, le cui cause devono essere ancora accertate, degli argini del fiume Crati. Le idrovore stanno ancora pompando fuori dallo scavo di Parco del Cavallo l’acqua, ma il problema più grave sarà l’enorme quantità di fango che rimarrà sulle strutture e sugli strati antichi e che dovrà essere rimossa immediatamente, prima che abbia il tempo di solidificarsi e rendere tutte le operazioni di verifica dei danni, scavo, pulizia e restauro molto difficili o, addirittura, impossibili.

Chiediamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Cultura e a tutti gli Enti competenti di intervenire senza indugio per salvare le strutture antiche di un sito che è uno dei patrimoni culturali più importanti della Calabria, dell’Italia e di tutta l’umanità. Chiediamo che vengano destinati fondi e mezzi straordinari per la ripulitura, la messa in sicurezza ed il ripristino dello scavo archeologico.



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