di Michele Marsonet. Senza dubbio Matteo Salvini ha, per usare il titolo di un celebre film di Maurizio Nichetti, “fatto splash”. In tempi piuttosto brevi è infatti riuscito a riportare la Lega, che veniva da molti considerata in via d’estinzione, al centro del dibattito politico. E ha pure destato l’attenzione della stampa di sinistra che in precedenza, quando scriveva dei leghisti, usava soltanto toni canzonatori o caricaturali.
Come si è già notato da più parti se son rose fioriranno. Il personaggio è nuovo, almeno utilizzando i parametri temporali della politica italiana, e risulta pure simpatico quando parla in pubblico. Essendo piuttosto giovane dà inoltre un’impressione di energia e di baldanza che rammenta, fatte salve le debite differenze politiche e caratteriali, l’altro Matteo ora Presidente del consiglio.
Noto insomma che rappresenta una novità tutto sommato piacevole anche per chi – come il sottoscritto – non ha mai nutrito propensioni leghiste. Salvini, oltre a essere un buon oratore, ha tra l’altro la dote di parlare in maniera chiara, semplice e comprensibile a tutti.
Ovviamente qualcuno si è già premurato di notare che tale chiarezza e semplicità riflettono soltanto un’estrema povertà di idee e un bagaglio culturale di scarso peso. A me non sembra sia così.
Il secondo Matteo è soltanto molto attento nell’ascoltare le pulsioni più profonde della gente comune e sta cercando di far capire che esse possono trovare sbocco e soddisfazione se qualcuno, nel panorama politico, s’impegna con serietà a farlo.
Si pensi per esempio alla questione dell’immigrazione clandestina. Nonostante il buonismo praticato a piene mani dalla sinistra e, purtroppo, anche dai vertici della Chiesa cattolica, è un problema di cui i più percepiscono i grandi pericoli, già tradotti in difficoltà concrete e in grado di causare guai ancora maggiori nel futuro più prossimo. Il merito di Salvini è, in questo caso come in altri, quello di ignorare totalmente il “politically correct”.
Ma si rammenti pure l’ipotesi dell’uscita dall’euro. Non si può fare, come alcuni economisti continuano a ripetere fino alla nausea? Benissimo, risponde il segretario leghista, però parliamone apertamente per esplorare tutte le eventuali conseguenze. E tenendo anche conto del fatto che, ormai, se ne discute senza timore addirittura nell’austera e virtuosa Germania. Nonostante le ovvie smentite di Angela Merkel, infatti, pare che tale ipotesi sia oggetto d’analisi nelle stanze del potere a Berlino e a Francoforte.
Last but not least, Salvini ha dato un deciso colpo di freno alle voglie secessioniste che da sempre rappresentano il vero centro d’interesse dell’elettorato leghista. Il termine “Padania” viene menzionato con parsimonia e s’intravede addirittura, nelle sue parole, una resurrezione del nazionalismo italiano (per quanto anomalo) che nessuno – ma proprio nessuno – avrebbe mai osato immaginare nella mente di un successore di Umberto Bossi.
Il quadro è ancora confuso e non è per nulla facile in questo momento fare previsioni circa i futuri sviluppi delle proposte salviniane. Un fatto però pare certo. Se Berlusconi non trova in tempi rapidi il modo di ravvivare il centro-destra la Lega potrebbe erodere ulteriormente il patrimonio elettorale di FI. Senza scordare che, essendo la distinzione destra/sinistra assai meno marcata di un tempo, qualche guadagno è immaginabile anche su quel versante.
Non tutti si rallegrano per il rinnovato dinamismo leghista. Poiché il nostro scenario politico è già abbastanza caotico, alcuni pensano che la confusione possa ancora aumentare. Tuttavia mi sembra che la proposta di Salvini, anche se non gli consentirà di assumere la leadership della destra, possa quanto meno indurre gli altri a svegliarsi da un torpore molto pericoloso.
Featured image, Lombard standard bearer re-entering Milan in 1167 (the year of the Leagues foundation) after its destruction in 1162 by Emperor Frederick I. Bas-relief Porta Romana, Milan (1171)