Con l’ultima delle tre sessioni previste dal programma sperimentale, si è conclusa con successo la raccolta dei dati in orbita di Drain Brain, uno degli esperimenti della missione FUTURA dell’Agenzia Spaziale Italiana. Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, ha indossato i sensori pletismografici che hanno misurato il flusso del sangue verso il cuore ed eseguito gli esercizi muscolari e di respirazione previsti dal protocollo scientifico. Successivamente l’astronauta italiana ha eseguito una ecografia vascolare su se stessa, con la guida remota del PI dell’esperimento, Paolo Zamboni docente dell’Università di Ferrara, tele-collegato con la Stazione dal centro di controllo ASI presso Kayser Italia.
I dati raccolti seguono l’analoga sessione di raccolta combinata di dati pletismografici ed ecodoppler effettuata il 23 febbraio e le sessioni di ecodoppler del 28 novembre e pletismografica del 19 gennaio. Le prime due sessioni erano state effettuate separatamente a causa del ritardato arrivo a bordo dello strumento realizzato dell’Università di Ferrara. Il primo dei modelli costruiti per l’utilizzo a bordo era andato distrutto nell’incidente del veicolo Orbital 3 di ottobre 2014. Prontamente rimpiazzato da un secondo modello, lo strumento utilizzato per l’esperimento è arrivato a bordo della ISS a gennaio 2015 con il veicolo SpX-5.
Zamboni ha espresso grande soddisfazione al termine della sessione odierna: «Il complesso di questi esperimenti permette di fotografare con strumentazioni innovative progettate in Italia, la funzione circolatoria di cuore e cervello, fornendo dati fino ad ora mai registrati sugli astronauti in orbita. Fino ad oggi le informazioni ricevute dai nuovi strumenti si potevano ottenere solo con metodiche invasive o esponendo i soggetti a radiazioni. Questa sperimentazione ha delle potenziali ricadute diagnostiche nel settore della telemedicina poiché dimostra che strumentazioni non invasive sono in grado, senza controllo medico in loco, di inviare informazioni molto preziose ad un centro medico qualificato che si trova a distanza».
Nel frattempo la capsula Progress che avrebbe dovuto portare sulla Stazione Spaziale Internazionale nuovo materiale per gli astronauti, ha cominciato la sua discesa verso Terra dove dovrebbe cadere tra il 7 e l’11 maggio. Perso il controllo della navetta russa partita lo scorso 28 aprile, non resta altro che attendere il suo rientro in caduta libera. La progress andrà quasi completamente distrutta al suo rientro nell’atmosfera, compresi tutti i materiali che portava, 2.720 chili di cibo, acqua, carburante e abiti per gli astronauti della base spaziale. L’unico dubbio è dove essendo un rientro non controllato. Un comunicato ufficiale sarà emesso qualche ora prima dall’Agenzia Spaziale Russa.
Dal 1978, con oltre 140 voli alle spalle, è la prima volta che per la Progress si presenta un problema del genere.
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf