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Nell'oceanica produzione di cartoni animati new generation, in 3D, Le avventure di Sammy si segnalano per una particolarità: è un lungometraggio pensato per bambini e a loro destinato. Chiunque ami e segua tale genere cinematografico può confermare che si tratta di un'autentica e preziosa eccezione, giacché questi titoli sembrano destinati normalmente a un pubblico adulto, reso smaliziato (quando non anche cinico) dall'età e dalle esperienze.
Un plauso particolare va, dunque, al regista Ben Stassen e a tutto lo staff di animazione belga che ha fatto circolare questa deliziosa favola ecologista. L'irrequietezza dei genitori (e di alcuni, pur incantati, figli), almeno nella sala in cui mi sono recato io, dimostra ancor più che il prodotto è destinato ai più piccoli e non è una scusa per parlare di adulti con i colori e le strategie discorsive tipiche dei bambini. Forse dimostra anche la prevedibilità di una trama che i meno giovani possano trovare banale e inverosimile, piena di cliché indegni di nota. Ma proprio qui si verifica il problema. Questi genitori che ripetono a perdifiato le stesse cose, magari senza crederci (tanto che importa?!), dovrebbero decidersi se dare un peso o no ai valori di cui portano vessilli più o meno sbrindellati.
E, per esempio: l'altro giorno, al cinema, diverse mamme discutevano tra loro delle feste e dei figli, in attesa di entrare in sala (con i pargoli al seguito). Una di loro, forse appesantita da troppi dolciumi, dopo aver descritto con imbarazzante precisione le prodezze della maestra di sua figlia, non ha rimarcato difetti strutturali dell'insegnamento impartito alla bambina, difetti che chiunque sia interessato all'educazione noterebbe senz'altro. Con la faccia disperata e l'aria di chi si è confidata ben altre volte in merito, invece sbotta: "Lei studia tutti i giorni dalle tre alle sette, e io o sua nonna con lei... mamma mia, un ììììncuuubo." Attendo con un pizzico di sadica impazienza il momento in cui questa mamma dovrà spiegare alla figlia che studiare è importante, che lei è fortunata e che magari ci potessimo scambiare di ruolo, visto che tu ci tieni tanto.
Non è fuori luogo, con un cartone animato come Le avventure di Sammy, puntare su un aspetto didattico più radicale, perché questo amabile lungometraggio lo richiede. In cambio offre un 3D molto spinto e avvincente, immagini di dolcezza e incanto fuori dal comune, ma il tutto non ha nessuno scopo "documentaristico", come ogni progetto che si possa dire davvero educativo: sceneggiatura e regia vogliono dare un messaggio, se vogliamo un messaggio main stream e poco originale a parole, qual è il necessario rispetto di una natura oltraggiata dall'uomo. Ma sfido chiunque a dire che la realtà è altra, che questa è solo una favola, e magari pure una favola natalizia, allora tanto vale credere a Babbo Natale.
Bene, questi adulti paffuti di disperazione sono pregati di scendere in campo nella loro realtà, armati di tutti i loro non-si-può e di non illudere più i loro figli di tracciare per loro la strada migliore, la strada della loro felicità. In fondo, esistono altre favole da raccontare.