Dio che mal di testa di proporzioni gigantesche.
Solo il tempo ci dirà quanto peseranno i due punti lasciati a Marassi. Se e quanto rimpiangeremo che non ci sia stato Ibra su quel pallone goal perfettamente servitogli da Ambrosini invece di Fancazzo. Si ferma a quattro la striscia di vittorie consecutive dei rossoneri, che pareggiano al Ferraris contro la Samp. Il brasiliano sblocca nel finale di primo tempo, nella ripresa Pazzini trova il gol dell’1-1. Inutile l’assalto alla porta di Curci ai fini di ottenere una vittoria sfuggita di mano, ma molto utile per far scoppiare le vene ai tifosi rossoneri. Un mistero i cambi fatti quando oramai le squadre erano sotto la doccia.
Sampdoria-Milan apre la 14esima giornata di serie A. La capolista allenata da Massimiiano Allegri si presenta a Marassi forte dei tre punti di vantaggio sulla Lazio in campionato e sulla qualificazione agli ottavi di Champions dopo il successo di Auxerre. I rossoneri puntano sul tandem d’attacco formato da Ibrahimovic e Robinho: ancora in panchina Ronaldinho. Dal primo minuto torna Boateng a centrocampo mentre in difesa, sulle corsie, ci saranno Abate a destra e Bonera a sinistra {che usa quel piede per abitudini diverse dal crossare, ma almeno mette un bavaglio non indifferente per chiunque passi di li}.
La Sampdoria vuole vincere, come affermato dall’allenatore Di Carlo: in attacco Pazzini con Marilungo, preferito all’ex rossonero Pozzi. A centrocampo c’è capitan Palombo insieme all’argentino Tissone mentre in difesa Gastaldello e Lucchini a cercare di contrastare la fisicità di Ibra.
Vorrei tanto avere il Pazzo come amico invece che nemico quando ci si incammina per il manto verde del Ferraris. Protagonista già del successo interno più vicino nel tempo ottenuto dalla Sampdoria il 16 aprile 2010, in cui i blucerchiati prevalsero per 2-1. Oggi una puttanata fatta da Christian Abbiati, con un rinvio degno del suo più inquietante predecessore, è bastato perchè ci impedisse di portare a casa i tre punti.
Primo tempo ad appannaggio dal Milan, che aggredisce fin da subito la Sampdoria e la costringe solo a sporadiche ripartenze. Anche i rossoneri per la verità non si rendono granchè pericolosi, ma danno l’impressione di controllare il match. Il più ispirato è Robinho che si muove da una parte all’altra del campo, dialoga con i compagni, crea superiorità numerica e conclude un paio di volte nello specchio impegnando Curci.
I blucerchiati si affidano al contropiede ma Thiago Silva e Abate fanno buonissima guardia, coprendo anche qualche insolito errore di Nesta che palesa tutti i suoi anni nonostante l’eleganza e le movenze che lo contraddistingueranno sempre. Al 43′, sull’ennesima palla recuperata dal Milan, Robinho allarga a destra per Ibrahimovic che ridà il pallone in area e il brasiliano lo tarsforma in rete con un bel destro che non dà scampo a Curci: regolare, nello specchio della porta.
L’esperienza delle recenti partite al Marassi non aiuta una squadra prima in classifica e in serie positiva dal doppio confronto con il Real Madrid, Juventus esclusa. Deve sapere che nonostante l’insicurezza e la fragilità di una formazione che ha perso in Cassano il leader e l’ispiratore, si tratta sempre della Samp e in casa sono rognosi e poco arrendevoli. Soprattutti sanno fare benissimo quello che noi, neanche dopo 27990 tentativi, possiamo solo sperare di fare: sfruttare una cazzo qualunque di palla inattiva.
Nel secondo tempo, il Milan inizia un pizzico più rilassato, la Sampdoria alza il baricentro e crea qualche pericolo. Al 15′, Marilungo costringe un affaticato Nesta a spazzare palla in calcio d’angolo, seguito da un rinvio fantabuloso di Christian Abbiati, e proprio dalla palla inattiva arriva il pareggio: corner di Ziegler, torre di Gastaldello e destro sotto misura di Pazzini che insacca. Il Milan accusa il colpo e poco dopo rischia di capitolare su un bel colpo di testa di Pozzi che costringe Abbiati a superarsi mettendo palla in corner.
Scampato il pericolo la squadra di Allegri – il quale poi mi dovrà spiegare come mai ha fatto i cambi a triplice fischio ormai sentito da una quindicina di minuti: distratto dalla partita anche lui? – si risolleva e comprime la Sampdoria nella sua trequarti fino alla fine.
Gattuso e Ambrosini – che possiedono dei polmoni e dei ventricoli sconosciuti agli esseri umani, peccato per i tiri che producono, ma non si può chiedere loro di fare il mestiere dei filosofi se già si preoccupano di dare equilibrio alla squadra – ritornano a fare la voce grossa dietro e la zucca tosta della squadra non è premiata da Robinho – per mancanza di lucidità: era davvero distrutto e faccio fatica a credere il contrario – e indovinate da chi? Chi è quello che vorremmo abbattere sempre ma non ci si riesce mai e poi mai, mai?
Il pari del giramento di scatole. Questo è Sampdoria-Milan.