-Se crediamo che basti questo per Vincere, ci stiamo sbagliando-
“Nel primo tempo abbiamo sbagliato sull’uscita della palla; dobbiamo migliorare le soluzioni offensive così come la gestione della palla che nella seconda metà della gara c’è stata”, così Massimiliano Allegri nel post partita di Auxerre.
Chi segue il Night nei post e nei commenti, non si sarà stupito: perché questo emerge da settimane pure da qui. E’ inutile girarci intorno per esorcizzare un demone non amico: il timore è che in campionato si inizi a grattare il fondo… uomini, risorse fisiche e tecniche annesse.
Con Milanisti di “vecchia data” -non dall’86, che non guasta- si parlava di questo Milan, primo sì, ma che non profuma ancora di scudetto… ma c’è chi si chiama Zlatan Ibrahimovic, e scalda cuore e compagni di squadra e tifosi: altro nome non ha il giocatore incarnatosi taumaturgo che ci ha permesso di schierare tre mediani a metà campo o tre palleggiatori al contempo macinando comunque punti.
La Sampdoria non è l’Auxerre… ma ha Cassano fuori e la tifoseria blu-cerchiata, divisa sulla questione, si presenterà a Marassi “con una fame” di vedere la propria squadra vincere che la metà sarebbe già sufficiente per scendere in campo “belli carichi”. Non sottovaluteremo il fattore ambientale, per girarlo a nostro favore, magari…; eh sì, perché il fuoco può essere girato contro chi lo genera: noi, con una partenza decisa in avanti -segnando per primi, lo posso scrivere?
–, potremo dire di star già a buon punto per completare l’opera… ripetere il primo tempo fatto in terra Francese, beh… meglio non correre il rischio.Due sensazioni… prima di vedere assieme un paio di aspetti che credo possano interessare: la suggestione di “rivedere”nel duello Gastaldello vs Ibrahimovic l’identico esito cercato su Materazzi -con furbizia-; la speranza premonitrice nel poter “rivedere” un Sampdoria-Milan simile a quello del nostro ultimo tricolore… “Siamo in cerca di segnali” e al razionale ci piace mischiare l’afrore tiepido di un’emozione.
Le palle perse concesse ai Francesi -e Palermo e Fiorentina- potrebbero non risultare sempre così indolori. A vedere giocare la Sampdoria, spicca la particolare funzione tattica di un giocatore: Guberti. Trequartista neppure nell’unghia del mignolo del piede sinistro di suo fratello, partendo il suo movimento tra le linee, offre a Mister Di Carlo una varietà costante di soluzioni offensive e difensive; dopo avere effettuato il disturbo sul regista, ad esempio, poter allargare un esterno alto in fase di non possesso e scivolare su un 4.4.2. -funzionale alle caratteristiche del giocatore in questione-, è arma da non sottovalutare sulla loro transizione: un conto infatti è abbassare largo un rifinitore, un altro far conto di “un centrocampista nato”, pronto a ripartire già dalla posizione “corretta”, pur generata “per difendere”, come detto.
In figura: verticalizzazione del rifinitore sul movimento divergente delle due punte e inserimento del centrocampista.
Guberti in quella posizione ha in attacco una doppia funzione: quella di potersi inventare assist man e quella di creare spazio per inserire un centrocampista allargandosi sulla sovrapposizione di un terzino e di una mezz’ala sull’altro lato; questo grazie al costante lavoro che Di Carlo richiede ai propri laterali -alti e bassi, sempre sincroni nell’alzarsi o “per stare”-; raddoppiare in mezzo infatti, lascerà su un 1 vs 1 Ziegler capace -attenzione!- di mettere palloni in area pur calciando dalla trequarti -… senza dire delle punizioni-.
A parte il concedere troppo la nostra metà campo -la Sampdoria sa come aggirare un avversario schierato-, occhio allora “alla presa” di Ziegler che andrà “anche attaccato”; a non entrare troppo presto sul portatore, se questo è Tissone, a raddoppiare con intelligenza Palombo presto con un attaccante, e non solo a me tà con impeto a volte immotivato che porta solo cartellini “gialli”.
Una delle soluzioni offensive più ricercate: l'efficacia della giocata è determinata dalle caratteristiche fisiche e tecniche dei giocatori coinvolti... roba di lusso.
Troppo poche le soluzioni offensive di questo ultimo Milan: dopo averne appuntato un discreto e poi crescente numero, da troppe gare notiamo che il conservare il risultato balla su un bilico -col Palermo, l’entrata di Inzaghi che scuote tutti; coll’Inter…; con la Fiorentina, un Abbiati strepitoso su Liajic; ad Auxerre, crollo fisico e nervoso di un avversario modesto-: contiamo per sommi capi… 1) palla laterale -spesso poco qualitativa-, ad Ibra (ce la mette lui) che va, riceve largo e costruisce; 2) palla centrale alta su Ibra incontro che costruisce; 3) calcio d’angolo battuto sul primo vertice dell’area per il centrale che conclude a rete (novità delle ultime gare!).
Ed è dal secondo tempo che dobbiamo ripartire: dove, in mancanza di un metodista, i tre mediani sono stati supportati maggiormente da una squadra più corta e “vicina” nella costruzione; dove i(il) terzini (o…) fungeva bene da centrocampista aggiunto, ora allineandosi ad essi, ora partendo quando si creava lo spazio offensivo; con distanze più consone alla mediana schierata, e un coinvolgimento collettivo che non costringeva Ambrosini a fare entrate da mediano in una situazione tattica e tecnica che richiede altro.
Come si spera di avere (intra)visto grazie a Ronaldinho, immettere più qualità -nelle corrette dosi!- potrà determinare una ricerca più facile nello sviluppo del gioco cui Mister Allegri tende di certo anche schierando una squadra “d’altra forgia”: non ci pare che il Mister sia uno che si accontenti…
Questo Milan per me non assomiglia al Milan Capelliano, ma per nulla proprio… “La nostra via” è lì, a portata di mano ed è ancora da perfezionare e costruire… ci basterà essere bravi a saperla riconoscere lungo questo cammino che finora ci sorride.