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Sampdoria-Milan, Quarti di Finale Coppa Italia

Creato il 25 gennaio 2011 da Gianclint

-Il ritorno al passato di FantAntonio-

Sampdoria-Milan, Quarti di Finale Coppa Italia

Il passato ed il futuro contro: Antonio Cassano ritorna nella "sua Genova"

Uno stadio intero tutto per lui. Fino a qualche settimana fa, c’era tutta una città ad attendere le sue sorti: la parte blucerchiata che tremava all’idea di restare orfana del suo Campione, quella rossoblu che già si sfregava le mani pensando al colpaccio. Tra i due litiganti… il Milan ne ha goduto, e mercoledì ci sarà da aspettarsi un quarto atipico della Coppa Italia, c’è da scommetterci.

Un’intera società “avrà richiamato all’ordine” la squadra; per il presidente Garrone, per quei compagni di squadra chiamati a testimoniare davanti al collegio della commissione arbitrale, ci sarà di più che la semifinale da conquistare per raddrizzare una stagione scialba.

Cassano sì, Cassano no, allora? Non possiamo saperlo, perché andiamo on-line con anticipo e sulla rifinitura e sulla conferenza stampa che magari dirà nulla all’esterno sull’impiego di FantAntonio dal 1’ minuto. “A naso” diciamo Pato: questione più “d’atmosfera” che tecnica forse, di ‘sti tempi stupirebbe non dico qualche applauso, ma una ferma decisione da parte del pubblico di “ignorare” il 99. Impossibile, ed allora ci si dovrà preparare, a prescindere dalla sua presenza, a fischi 90’ su 90’ per i nostri quando toccheranno la palla.

Impensabile poter replicare la buona prestazione fatta in campionato -e con un solo punto-: Flaminì, Boateng, Pirlo, Gattuso, Nesta, Inzaghi e Zambrotta non sono companatico; e con un numero di infortuni del genere è impossibile poter affontare ogni discorso circa il gioco e l’opportunità di trovarsi meglio in campo.

La Sampdoria, DECIMATA anch’essa, “ci salterà addosso”, e sulla corsa degli esterni tenterà di fare la partita. Il centrocampo che presenteremo si presterà “sulla carta”a subire l’impeto che è lecito aspettarsi per almeno 45′, quelli dove “vorranno provarci” (se a vincere o “a prendere ciò che si muove per il campo“, vedremo).

Con la prossima trasferta a Catania da passare almeno indenni,  la possibilità di abbassare il ritmo gara tenendo palla e verticalizzando DOPO averli invitati fuori al pressing pare la cosa più salutare. Raramente il Milan ha dato segni di capacità della gestione del gioco che andasse aldilà dell’unica via che finora si è dimostrata fruttuosa: quella che chiama a giocare il pressing offensivo in un certo modo, poggiando su basi atletiche che presuppongono un livello atletico medio in comune da parte di tutti i protagonisti offensivi.

Questo il limite più grande che, in generale, continua ad evidenziarsi nella stagione: aldilà degli interpreti in campo -eccetto colui che suona “la carica” davanti, Ibrahimovic-, se passare in vantaggio non pare più una chimera, mantenere il termine della partita nelle nostre mani pare la difficoltà più grande. Lo spettro di Lecce -dove siamo andati sotto quando proprio il nostro avversario ha immesso qualità in mezzo con Giacomazzi-, sta lì ancora da monito.

Se la nostra formazione si presenterà certo simile alle ultime uscite, carica delle speranze di poter rivedere Merkel e/o Strasser impiegati nei loro ruoli “naturali”, senza Cassano la Sampdoria perde il 90% di estro, tecnica ed imprevedibilità: nella gara di campionato era senza alternativa che giocare la palla sul movimento incontro di una delle punte e cercare la profondità con l’altra -un pasticcio T. Silva/Nesta (!) le fu sufficiente per pareggiare-. Ma domani sera il nostro avversario si presenterà con un’arma in più in attacco rispetto al campionato: Macheda Federico classe ‘91.

Rapido, potente che “vede la porta più grande degli altri”, si sa: ma poco mi interessa ciò che ha fatto vedere Macheda a Manchester, di più quel che ha imparato ad allenarsi con Rooney e Berbatov alle direttive di Ferguson. Osservando mezz’ora -tanto basta- della gara contro la Roma, quel che ho visto è stato sufficiente per non pensare di poter credere che sia “un ragazzino”: il suo bagaglio di cognizione calcistica è importante, e già si vede, e la gara che si chiederà di fare alla coppia dei nostri centrali non sarà uguale a quella offerta contro Castillo e Kutuzov, dove Nesta amministrava e Yepes faceva il lavoro sporco.

La gara di Marassi rappresenterà una prova di carattere per il Milan, non solo 90′ di calcio da dover disputare per passare il turno. Troppi i fattori che andranno a coinvolgere altri aspetti, come quello nervoso e psicofisico… Si richiederà grande concentrazione quindi, per non ritrovarsi alla fine con quella faccia così, quell’espressione un po’ così che han quelli che han visto Genova.

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