Il problema dal quale si origina l'occasionalismo è quello dei rapporti tra anima e corpo. Prendiamo l'Inter. Cartesio aveva considerato anima e corpo ( cioè l'idea di Inter e squadra reale) come due sostanze diverse. L'idea di Inter: temerarietà, pazzia, potenza, un certo sentore di invincibilità. La squadra reale: stanca, falcidiata da infortuni, e in fase di esaurimento quel momento scanzonato e coraggioso dovuto alla personalità di Leo.
Il rapporto fra queste due sostanze non è quasi mai dipendente dalla volontà. Ora nessuno conosce il modo in cui la volontà produce il movimento del corpo. Questo modo di stare in campo produce una sensazione dell'idea di gioco. Ma la causa vera è lo Spirito del Calcio. Da qui deriva il nome di occasionalismo dato alla teoria. Questa dottrina, molto interista, toglie al giocatore ogni possibilità di azione autonoma e diventa soltanto il modo della sostanza che è lo Spirito del Calcio.
E' così che il calciatore deve limitarsi ad essere lo spettatore che lo Spirito del Calcio opera in lui. La sua virtù fondamentale dev'essere l'umiltà alla quale inevitabilmente lo porta la conoscenza di sé. Se poi il calciatore si chiama Sneijder oppure Eto'o. beh allora addio umiltà perché la coscienza di sè è proprio il massimo dello Spirito del Calcio.
Ed è così che a Marassi l'idea di Inter produce un'apparenza che travalica l'effettiva forza della squadra. L'Inter ha assolutamento bisogno di una vittoria per restare incollata al sogno. E la vittoria arriva sull'onda di una punizione magistrale di Sneijder e sul talento di Eto'o.