Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.075 punti, registrando un +0,17%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,38%.
Grafico:
Grafico nr. 1 – S&P 500 – Base settimanale
Si pone evidenza alla gamba rialzista avviatasi a partire da metà Ottobre ed alle sette chiusure settimanali positive consecutive.
Tenendo presente che già con 3/4 chiusure positive consecutive un movimento rialzista diventa abbastanza vulnerabile ad una correzione, con 7 la salita è piuttosto tirata.
Nella mia esperienza personale la sequenza massima di chiusure positive consecutive (in quel caso erano mensili) cui ho assistito sono state 9 (Nikkey).
E’ bene precisare che, nel sottolineare tale eccesso, non si sta sostenendo in alcun modo che sia corretto liquidare eventuali posizioni del mercato azionario americano in portafoglio, né tantomeno che l’impostazione rialzista di fondo dell’indice americano è in pericolo.
Infatti, attualmente il trend è chiaramente rialzista, non è presente alcun segnale concreto di inversione ribassista nei vari time frame e giusto ieri lo S&P 500 ha registrato un nuovo massimo storico, aspetto rappresentativo di forza.
Si sta più semplicemente affermando che si avvicina il momento in cui potremo assistere ad almeno una chiusura settimanale negativa.
Nulla di grave.
Esiste una sequenza di chiusure positive consecutive ben più rilevante e preoccupante, ed è su base trimestrale:
Grafico nr. 2 – S&P 500 – Sequenza chiusure trimestrali positive consecutive
A partire dal 2013 ogni trimestre si è chiuso positivamente.
Ufficialmente, sono dunque 7 e tendenzialmente il trimestre in corso rappresenta l’ottava chiusura trimestrale positiva consecutiva.
Ribadisco che non si vuol assolutamente diffondere panico e far scappare gli investitori dal mercato azionario, ma semplicemente illustrare il contesto e sottolineare il grado di avanzamento del rialzo.
Giungere a 8 chiusure trimestrali consecutive significherebbe chiudere il trimestre in corso positivamente mentre giungere a 9 significherebbe chiudere positivamente anche il primo del 2015.
A mio avviso stiamo vivendo gli ultimi mesi (trimestri, nel caso in cui tutto volgesse al meglio) della fase rialzista del ciclo azionario avviatosi a marzo 2009, mesi che potrebbero regalare le ultime vere soddisfazioni e trascorsi i quali sarà necessario tenere un atteggiamento alquanto difensivo.
La durata e l’entità della prosecuzione del rialzo dipenderà ovviamente anche dai probabili provvedimenti espansivi di politica monetaria della BCE e da quelli restrittivi improbabili (ma comunque possibili) della FED.
Riccardo Fracasso