Magazine Viaggi

San francisco, questione di feeling

Creato il 06 novembre 2015 da I Viaggi Di Monique @viaggidimonique

Le città americane spesso non ammettono mezze misure: piacciono o non piacciono, suscitano emozioni oppure risultano insipide, senza sapore, senza clamore.

E San Francisco?

Eccola qui questa città, prima tappa del mio on the road in California, sulla quale non ho ancora le idee chiare, e con la quale non mi sono trovata subito in sintonia.

Questione di feeling? Forse.

Sarà che io e Frisco non ci siamo capite. Sarà che mi sono lasciata sopraffare da lei, dal suo essere così diversa da come me l’aspettavo. Sarà per il vento a tratti pungente e fastidioso, sarà per gli edifici, parecchi dei quali davvero fatiscenti, sarà per i tanti senzatetto, insomma sarà che io la immaginavo veramente diversa.

Il mio tour inizia da Union Square, cuore della città; e già qui ti aspetti qualcosa di affascinante, insomma è la piazza principale, quella dove si concentrano le boutique, gli alberghi di lusso, e invece a me questo luogo non dice proprio niente (e se poi si aggiunge che si trova a due passi del quartiere “Tenderloin”, un vero ghetto dove sono confinati barboni e disadattati, beh non è propriamente il massimo).

San Francisco Union Square

Proseguo lungo la “Dragon’s gate” per visitare Chinatown, dove risiede la più grande comunità cinese d’America. Qui gli edifici sono a forma di classiche pagode,  i negozi alimentari espongono anatre laccate alla pechinese e cibo di ogni tipo e colore; tutt’intorno è un brulicare di ristoranti, negozi di giada e avorio, tappeti,  ed un’accozzaglia di oggetti piuttosto kitsch messi in mostra.

San Francisco Chinatown

sanfrancisco_chinatown3_mycaliforniadreaming_iviaggidimonique

???????????????????????????????

Passeggio lungo North beach, tra bar e locali di chiara origine italiana e, tra lo stupore nell’ ammirare la pendenza delle strade, raggiungo in un paio d’ore il “Pier 39”, che in un attimo mi ricorda la “Main Street” di Disneyland tra i suoi caffè, ristoranti e negozi di souvenir.

Dopo una foto ai protagonisti del Pier 39, i chiassosi e narcisi leoni marini, proseguo in cerca di qualcosa che possa stupirmi, emozionarmi, ma neanche “Fisherman’s Wharf”, chiaro luogo iper turistico, attira troppo la mia attenzione.

sanfrancisco_fishermanswharf_mycaliforniadreaming_iviaggidimonique

sanfracisco1_mycaliforniadreaming_iviaggidimonique

sanfrancisco_pier39_mycaliforniadreaming_iviaggidimonique

Ai piedi di Ghirardelli Square riesco a scorgere in lontananza lui, il Golden Gate, che si staglia lungo il panorama sotto un cielo azzurro, e sono grata di questa fortuna perché posso ammirarlo senza la sua caratteristica nebbia che lo avvolge.

sanfrancisco_goldengate1_mycaliforniadreaming_viaggidimonique

Non basta curiosare lungo la strada più tortuosa “Lombard Street” o la vista della città dall’alto della collina di Russian hill, in questo primo giorno non accade nessuna magia e io sono ancora qui che mi domando perché io e Frisco non riusciamo a diventare amiche.

E poi capisco.

Non sei tu San Francisco il problema.

Sono io che mi aspetto sempre di trovare città dalle strade linde e pulite, con palazzi eleganti e mezzi pubblici puntuali ed efficienti (nel prossimo post vi darò alcuni utili consigli su come muovervi in città); sono io che sono sempre troppo prevenuta e al primo impatto tendo a giudicare, troppo e troppo in fretta.

Ho sbagliato Frisco, tu hai un’anima vera, che pulsa ed emerge in tutta la sua franchezza, tra edifici un po’ decadenti, tra grattacieli piuttosto orrendi e strade sconnesse.

Non cerchi di apparire, non ti metti in mostra, non sei glamour o alla moda, sei semplicemente te stessa e spetta a me trovare la giusta connessione per instaurare quel feeling capace di regalare emozioni.

sanfrancisco_transamericabuilding_mycaliforniadreaming_iviaggidimonique

San Francisco

Ci riprovo nei giorni seguenti e capisco che l’unico modo per conoscerti veramente è lasciare per un attimo la guida di viaggio e la macchina fotografica nello zaino, smettere di cercare un qualcosa che forse qui non troverò mai,  e iniziare a viverti e a vederti con occhi nuovi, senza puzza sotto il naso insomma.

Mi ritrovo a chiacchierare con i tifosi dei “Giants” diretti allo stadio per la partita di baseball; cerco di carpire di più sulla tua storia da una guida turistica e da un taxista che ci racconta di Alcatraz, del grande terremoto che ti aveva devastata e del monumento a forma di freccia di cupido che mi trovo davanti.

Passeggio curiosando tra il “Ferry Plaza Farmers Market”, prendo un tè nel “Japanese Garden”, faccio la fila per salire su un cable car (senza successo), e ammiro con calma la città sotto questo cielo così azzurro, sgombro di nuvole mentre sfreccio in auto lungo il Golden Gate.

E da li, dall’altra parte del ponte finalmente ti vedo, per quella che sei.

Non devo darti una seconda chance San Francisco, devo solo entrare in contatto con te piano piano, in punta di piedi, senza pretendere nulla in cambio, così da poterti apprezzare davvero per come sei.

San Francisco

San Francisco

San Francisco


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :