Il 19 Marzo è la giornata dedicata a San Giuseppe, padre putativo di Gesù e di conseguenza estesa a tutti i papà del mondo cristiano.
San Giuseppe è il santo protettore dei falegnami ma anche di operai, artigiani, viaggiatori, nubili, malati della vista, emigranti e di coloro che sono alla ricerca di un alloggio.
I primi a celebrare questa ricorrenza furono i monaci benedettini nel 1030, poi seguirono i Servi di Maria e i Francescani.
Papa Sisto IV e Papa Pio V furono tra i primi papi a promuoverla e nel 1621 fu resa obbligatoria da Gregorio VI.
Nel 1847 fu il Papa Pio IX a rendere universale questa commemorazione.
In Italia il giorno 19 marzo, giorno in cui la chiesa celebra San Giuseppe, era considerato festivo anche ad effetto civile, ma una legge del 1977 abolì tale festività e divenne un giorno feriale come tutti gli altri.
E' patrono della città di La Spezia dove lo si onora dal 1565 con una grande fiera a lui dedicata.
Ancora oggi, in particolare in Sicilia e in molti centri dell'isola, viene festeggiato in una sorta di rituale che intreccia il sacro col profano. Vengono allestite le "mense" o "tavolate" che negli anni si sono trasformate in un momento di devozione comunitaria e che sono state arricchite scenograficamente fino a diventare altari votivi dall'aspetto di palcoscenici.
Gli altari vengono ricoperti con lenzuola ricamate a mano, al centro viene posta l'immagine del Santo o della Sacra Famiglia
e a fare da contorno decorazioni di pane e cibi di ogni genere, dai dolci alla frutta di stagione ai cesti di frutta secca.
Protagonisti i famosi pani lavorati artisticamente e decorati con rami di alloro e mirto.
E' usuale fare i pani in determinate forme simboliche che rappresentano la Sacra Famiglia : la barba, il bastone, la mano, la madonnina con le mani al petto, il galletto -che rappresenta Gesù- , ma anche gli attrezzi del falegname, oggetti simbolo raffiguranti la passione di Cristo e animali e frutti che hanno una certa rilevanza figurativa.
Alla fine di questa giornata, nelle piazze
principali o nei "canti" (angoli) di molti paesi, si accendono grosse pire di legna dette "Vampate di San Giuseppe" e mentre la pira arde la gente inneggia il
Santo.
Festeggiamenti simili anche in molti centri della Calabria dove i bimbi per l'occasione vengono vestiti con gli abiti di San Giuseppe in segno di devozione e grazia ricevuta, poi a sera anche qui vengono accesi dei grandi falò detti "pagghiari", ogni piazza, rione o contrada ne ha uno e si fanno balli e canti in suo onore.
"San Giuseppi vecchjarellu,
cu' la nnocca e lu cappellu.
Lu cappellu 'nci volàu,
supra 'na rosa si posàu:
si posau pe' meraviglia,
San Giuseppi cu' so' figliu."
Questa giornata è quindi in molte zone di Italia un vero tripudio di cibo e tradizioni e come ovvio non possono mancare i dolci tipici di zona o dedicati all'occasione e che vedono protagoniste le varie varianti di zeppole.
Più di tutte sono note le zeppole di San Giuseppe originarie campane, gli sfinci siciliani, i bignè romani detti del papà e le frittelle povere tipiche fiorentine.
Nel giorno dedicato al santo ed ai papà (o babbo) al proprio genitore si è soliti fare un piccolo regalo e soprattutto i bambini si divertono a confezionare con le loro manine bigliettini di auguri e oggetti che dimostrino al papà tutto il loro affetto.
E allora da parte mia auguri a tutti i papà ma anche a tutti i Giuseppe.
Ciao e alla prossima!