Nel giorno di San Lorezo da anni si rinnova un appuntamento con la notte stellata. Milioni di occhi si levano verso il cielo e puntano le stelle. Occhi gravidi di attese, di sogni, occhi desideranti. Occhi ingenui, sentimentali, lontani dalla realtà scientifica? Almeno così pensa la più famosa donna scienziato italiana, Margherita Hack, sulle pagine culturali de La Stampa del 9 agosto 2010. Le stelle? "Palloni pieni di gas". Le stelle cadenti? "Meteoriti, frammenti di roccia che si eccitano a contatto dell'atmosfera" Senza togliere nulla alla simpatica e lucida scienziata che precisa di non credere al sentimentalismo perchè interessata alla curiosità scientifica, ma dove sta scritto che la scienza non possa anche integrare il sentimento, la poesia? Insomma che il pensare di testa escluda necessariamente il pensare di cuore? Credere soltanto alla realtà scientifica in termini fisici o matematici o astronomici significa anche di colpo negare il valore metaforico e analogico della realtà, la lettura polisemica dei fenomeni della natura. Se la luna fosse soltanto un satellite illumunato dalla stella del sole, un poeta come Leopardi non le avrebbe dedicato dei versi dolcissimi e carezzevoli, se le stelle fossere solo rocce che nell'impatto si disintegrano Pascoli non avrebbe scritto nella sua dolente X Agosto " E tu Cielo dall'alto dei mondi / sereni, infinito, immortale / d'un pianto di stelle lo inondi / quest'atomo opaco del Male".
Occhi continuate pure a sognare, a desiderare, il cielo rimarrà pure indifferente, e le stelle resteranno in silenzio, ma il cuore, sì, il cuore vivrà di un battito più intenso.
Antonio Miredi