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San Lorenzo: lo stadio torna a Boedo grazie ai suoi tifosi

Creato il 01 marzo 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
San Lorenzo: lo stadio torna a Boedo grazie ai suoi tifosi
La vuelta para Boedo es mi obsesión. I tifosi del San Lorenzo de Almagro, storica squadra di Buenos Aires, stanno inseguendo un sogno: riportare la propria squadra a giocare nel quartiere che ha visto nascere il club nel 1908, il barrio di Boedo, un tempo congiunto a quello di Almagro che presenzia nel nome della squadra.
Per raccontare questa impresa unica per livello di organizzazione e passione messa in campo dai tifosi, è necessario ripercorrere un po’ di storia del club di Buenos Aires. Nel 1916 si inaugurò lo storico stadio di Avenida La Plata, nel quartiere di Boedo: un impianto che già nel 1929 aveva 75.000 posti. Per la particolare struttura in legno e per l’energia sprigionata dai suoi spalti, si era guadagnato l’appellativo di El Viejo Gasómetro. Il San Lorenzo giocò lì 63anni, disputando stagioni memorabili, sempre con l’appoggio appassionato dei suoi tifosi.
Alla fine degli anni Settanta, il periodo più buio della storia dell’Argentina coincise con gli anni più difficili per il San Lorenzo: da un lato, la dittatura militare di Jorge Rafael Videla, dall’altro, anni di debiti, malagestione e dimenticanza per il club di Boedo. 

Ma il peggio arrivò nel 1979: dopo pressioni, ordinanze e minacce esplicite al direttivo del club da parte degli esponenti della dittatura che amministravano la capitale argentina, il San Lorenzo fu costretto a vendere ad un prezzo irrisorio il terreno dello stadio. Gli acquirenti, si scoprì, erano due imprese fantasma legate alla dittatura e una banca. Osvaldo Cacciatore, principale artefice delle pressioni, che ricopriva la carica diintendente della città, dichiarò che il progetto consisteva in un nuovo piano di urbanizzazione per il quartiere, garantendo con una clausola che non si sarebbero aperte attività commerciali sullo storico terreno del Viejo Gasómetro. Ma il piano si rivelò diverso: l’anno seguente gli acquirenti vendettero i terreni alla ditta francese Carrefour per un prezzo otto volte maggiore, ignorando completamente la clausola e dimostrando che tutto era stato architettato per mettere in atto questa speculazione. Ed è proprio un supermercato Carrefour quello che oggi, camminando per Avenida La Plata, si può notare al posto dello stadio del quartiere: il frutto della pagina più oscura della storia del San Lorenzo.

Dopo aver giocato l’ultima partita a Boedo contro il Boca Juniors nel 1979, per molti anni il club è rimasto senza stadio, alternandosi tra vari campi della città, fin quando nel 1993 si inaugurò lo stadio attuale, El Nuevo Gasómetro, nel quartiere di Bajo Flores: una zona che poco ha a che vedere con la storia del club. Ed è proprio il malessere dovuto a questa lontananza che ha spinto i tifosi ad organizzarsi per tornare a Boedo.
Ma non è solo una questione di chilometri: il San Lorenzo è una squadra a fortissima vocazione territoriale, che da sempre si è immedesimata con il quartiere in cui ha il suo maggiore bacino di tifosi. Il San Lorenzo ed il suo stadio erano il centro culturale e sociale del barrio: con il cinema, il teatro, la biblioteca da più di 12.000 volumi, l’università popolare, gli incontri di boxe e l’organizzazione di serate di tutti i tipi, El Viejo Gasómetro rappresentava una vera e propria istituzione sociale. Racconta Osvaldo della Peña Cuervos Madrid che lo stadio, per la posizione centrale e le dimensioni, si distingueva anche per eventi di enorme portata: dai celebri Carnavales, ai più importanti match di boxe, fino a concerti come per esempio quello di Carlos Santana nel 1973. Insomma, quel modello di stadio totale, inclusivo e attivo 365 giorni l’anno che tanto si ricerca oggi.
Purtroppo lo svolgimento di questo ruolo non si è mai ripetuto nella zona di Bajo Flores, aliena alla storia del San Lorenzo, ma è stato portato avanti a Boedo a partire del 2005 dalla Subcomisión del Hincha, un’organizzazione di tifosi che ha l’obiettivo di “migliorare le condizioni istituzionali, socio-culturali e sportive del club” e soprattutto quello di salvaguardarne la storia, le tradizioni e la memoria. Grazie all’attività della Subcomisión, il San Lorenzo ha recuperato il carattere socio-culturale che lo ha sempre contraddistinto: ogni anno vengono organizzati eventi sportivi di tutti i tipi, si cerca la relazione costante tra le scuole di zona e il club, e per di più il quartiere dispone della biblioteca “Osvaldo Soriano” e di una Casa de la Cultura Sanlorencista dove si svolgono corsi di tutti i tipi, tra cui un servizio di appoggio scolastico gratuito.
E’ proprio la Subcomisión del Hincha che nel 2010 ha iniziato a credere che il sogno del ritorno a Boedopotesse divenire realtà, iniziando una serie di grandi manifestazioni di piazza per chiedere l’approvazione della Ley de Restitución Histórica, grazie alla quale, acclarato che il San Lorenzo fu ingiustamente obbligato a vendere dal regime dittatoriale, si permette l’espropriazione dei terreni alla ditta Carrefour da parte del Governo di Buenos Aires in cambio di un indennizzo. Dopo due anni di mobilitazione costante, proposte, dibattiti, proteste allo stadio ed enormi cortei (di cui uno da più di 100.000 partecipanti), il 15 novembre del 2012 la legge è stata definitivamente approvata all’unanimità dall’organo legislativo di Buenos Aires. Quel giorno si è aperta una nuova tappa, cioè quella di organizzarsi per pagare l’indennizzo alla Carrefour, perché il governo della città non disponeva dei fondi necessari per l’esproprio. Ed è così che l’enorme spirito di organizzazione messo in campo per far approvare la legge, è stato applicato alla campagna ancora in atto per ricomprare il terreno del vecchio stadio di Boedo. L’obiettivo è quello di raggiungere 94 milioni di pesos argentini, quasi 9 milioni di euro.
Ogni tifoso del San Lorenzo potrà, pagando a rate circa 300 euro, comprare simbolicamente un metro quadrato del terreno, ottenendo sconti e benefici nel futuro stadio. Sul sito internet della Restitución Histórica è possibile consultare la mappa, in costante aggiornamento, dei metri quadrati comprati: attualmente più di 19.000: tantissimi se pensiamo che la maggior parte dei tifosi ha comprato un solo metro. Si stima che a fine stagione l’impresa di mettere insieme i soldi sarà finalmente terminata. Al progetto non sono mancate adesioni illustri, come quella dell’attore e tifoso Viggo Mortensen, che si è assicurato più di 150 metri cuadrati, o quella degli ex Ezequiel Lavezzi e Gonzalo Bergessio, con 130 e 19. Ma certamente l’appoggio più gradito a Buenos Aires è stato quello arrivato a gennaio da Papa Francesco, già noto per la sua fede sanlorencista e motivo d’orgoglio per buona parte della tifoseria, che ricevendo alcuni membri dellaSubcomisión del Hincha ha dichiarato di volere il suo metro quadrato nello stadio “dove andavo io da bambino”.
Nessuno può dire con certezza quando il San Lorenzo tornerà a giocare a Boedo, ma dopo anni di lotte che hanno dato risultati così grandi, tutti sono convinti che lo storico momento arriverà. Quel giorno sarà un traguardo enorme per il club e i suoi tifosi, ma anche per tutte le persone che ancora credono in un calcio fatto di passione e partecipazione. Sapere che i tifosi del San Lorenzo sono riusciti a smuovere il proprio direttivo societario, il governo di Buenos Aires, l’organo legislativo della provincia ed una multinazionale come la Carrefour è un segnale di speranza per chi ogni giorno si impegna per difendere la storia della propria squadra.
A maggior ragione è una vicenda che deve interessare noi romanisti, visto che il paragone tra El Viejo Gasómetro e Campo Testaccio viene spontaneo: entrambi sono due stadi storici che non esistono più, simbolo degli anni più gloriosi e di un tifo capace di spingere il pallone nella porta avversaria. Con le dovute differenze, possiamo paragonarne anche la situazione attuale dei terreni, visto che per entrambi è in corso da anni un dibattito per un eventuale riutilizzo. Nonostante sappiamo che per motivi logistici la prima squadra della Roma non potrà tornare a giocare a Testaccio, possiamo comunque renderci conto che ci sono moltissime attività che una società calcistica può svolgere per rivalutare un’area di interesse storico e simbolico. Basti pensare che proprio a Boedo i tifosi e la società si stanno preoccupando di rivalutare con un centro sportivo giovanile la Plaza Lorenzo Massa, intitolata al prete che nel 1908 fondò il club con i ragazzi che giocavano nel campo del suo oratorio.
Quanto al terreno di Campo Testaccio, dopo che la giornata organizzata dalla Curva Sud lo ha riportato al centro del dibattito, supponiamo che se la vicenda giudiziaria avrà buon esito potrà ospitare la mostra sulla storia della Roma ed attività legate alle giovanili. Per il resto tutto è ancora incerto, e allora che ci serva d’ispirazione anche il futuro stadio di Boedo, che oltre al centro sportivo ospiterà una scuola sotto una tribuna, un’area per la terza età, cinema, sala concerti, spazi espositivi, palestre, parcheggi, aree verdi e quant’altro possa servire a rinforzare ogni giorno il legame fra la squadra e i suoi tifosi.

da:MyROMA.it

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