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San Martino Vescovo nacque nel 316 in Pannonia, l'odierna Ungheria, da genitori nobili ma pagani, quando era ancora bambino la famiglia si trasferì a Pavia dove conobbe la religione cristiana, ma essendo figlio d'un tribuno, fu obbligato per legge ad entrare nell'esercito e dovette seguire il padre nella cavalleria dove militò per tre anni sotto gli imperatori Costanzo e Giuliano. Era l’11 Novembre del 1939, il cielo era coperto, piovigginava c’era vento e faceva freddo. Martino stava tornando a casa quando lungo la strada vide un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci che chiedeva l’elemosina. Il cavaliere lo guardò e sentì una stretta al cuore, scese dal cavallo e con un colpo di spada tagliò in due il suo mantello e ne regalò una parte al povero. San Martino aveva da poco ripreso il suo cammino quando le nubi si diradarono, il cielo tornò sereno e il sole tornò a scaldare. Questa è l'estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare il suo atto di carità. Secondo la leggenda quella notte Gesù apparve a Martino e lo ringraziò per il suo gesto. Questo avvenimento risultò decisivo per la sua vocazione successiva. Ottenuta dall'imperatore l'esenzione dalle armi, andò a Poitiers presso il vescovo S. Ilario da cui fu istruito, battezzato e in seguito ordinato sacerdote. Desideroso di vita austera fece prima vita eremitica su un monte, poi eresse l’abbazia di Marmontier dove fu per parecchi anni padre di oltre 80 monaci. Quando la sede di Tours divenne vacante, per unanime consenso del popolo fu eletto vescovo di quella città e ne resse la diocesi per 27 anni disprezzato dai nobili e malvisto da una parte del clero, che trovava scomodo un vescovo troppo intransigente. Nell'anno 397 stava rientrando da Candes-Saint-Martin dove si era recato per ricomporre un grave scisma quando morì. Fu sepolto a Tours, ove gli fu dedicata la cattedrale. Gli Ugonotti in seguito violarono la tomba, e dopo avere bruciate le spoglie, ne dispersero le ceneri.
Il trasloco nel giorno di San Martino Vescovo ha costituito una tradizione fondamentale nella civiltà contadina che è venuta meno solo negli anni '50-'60 del XX secolo. Con la fine dell'annata agraria, terminavano i rapporti di lavoro o per la fine del contratto o per disdetta da parte dei proprietari e quindi i contadini dovevano cercare in altre cascine lavoro e sistemazione. Le operazioni di sgombero e gli spostamenti potevano iniziare qualche giorno prima dell'11 e proseguire non oltre il 12 novembre. In quei giorni era abbastanza normale vedere interi nuclei famigliari che migravano, con le proprie povere cose.
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