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Le letture di oggi devono essere eloquenti per tutti i cristiani. San Paolo afferma di essere iniziato a tutto, di essere allenato a tutto, alla ricchezza come all'indigenza,. Tale espressione ci riporta a un'altra sua meditazione: ogni cristiano è un atleta che deve correre con perseveranza verso la meta finale per conquistare la corona di gloria che non appassisce. Per fare ciò, bisogna essere temperanti in tutto.
Paolo, santo dal carattere forte, oserei dire “difficile”, - tanto che Marco (anche lui santo) diverge talmente tanto da lui che preferisce percorrere strade differenti come ci raccontano gli atti e una lettera di san Paolo stesso, - è un gigante nell'amore, nella santità.
Ci dovrebbe consolare. Spesso spostiamo l'idea, il concetto di santità in attributi che la costituiscono ma, fondamentalmente non ne compongono l'essenza. In particolare, viene scambiata per “santità” la forza... Forse perché i martiri hanno avuto il coraggio di dare la vita per Cristo, di non vacillare davanti ai persecutori... Ma questo non esclude che abbiano versato le loro lacrime. Tutti abbiamo paura della morte, chi più e chi meno, ma il coraggio non sta nel non sentire la paura ma nell'affrontarla credendo fermamente che oltre quel salto nel buio, verso l'ignoto, esiste veramente un padre che ci ama, quello che ci ha annunciato Gesù: Dio.
La forza umana nasconde troppo spesso l'incapacità di temperare il proprio carattere, la debolezza e la diffidenza verso il prossimo (la paura) e, al contrario l'arroganza di ritenersi superiori a tutto e a tutti.
La forza vera, che costituisce la santità cristiana, ricalca la figura del Cristo che agonizza nell'orto degli ulivi durante la passione che lo condurrà a morire sulla croce: l'amore. L'amore non ha timore di chinarsi, di versare lacrime... anche di sangue.
Santa Teresina di Lisieux l'aveva compreso molto bene: l'amore era l'anima della santità!
Ritornando a san Paolo e ai suoi meravigliosi scritti, vorrei soffermarmi su due meditazioni che il santo in poche parole accenna: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”.
San Paolo è un santo dal carattere impetuoso ma la sua grande forza, la sua santità, risiede tutta nella convinzione che è Dio che gli ha donato tutto. Il suo merito è stato quello di approfittare dei doni che il buon Dio gli ha elargito: “Per grazia di Dio sono quello che sono”...
Ci ricorda anche che la santità richiede allenamento, non è qualcosa che si conquista da un giorno all'altro, oppure una volta per tutte. Chi pratica sport agonisticamente, sa bene che richiede molto spirito di sacrificio e temperanza che coinvolge corpo e spirito: san Paolo non poteva trovare paragone più azzeccato. Non dobbiamo pensare di non essere chiamati a tanta grazia o di essere presuntuosi a desiderarlo! È vero che chi si è impegnato seriamente nel cammino della santità, si è pure accorto che non è così semplice e che non si tratta di una cosa sensibile, ma tante volte sfuggevole e condita di amarezza. Purtuttavia dobbiamo essere convinti su quale sia la nostra meta finale, il possesso di Dio. Vi ricordate di Heidi e della sua amica Clara? Clara, paralizzata alle gambe, passò il suo periodo più difficile proprio quando comprese che poteva camminare ma che questo richiedeva molta fatica, costanza, sopportazione e accettazione della propria condizione fisica oscillante. Ella aveva capito che poteva camminare, aveva pregustato la gioia immensa che si prova ad avere il dono dell'uso delle gambe, ma la sua più grande paura era quella che fosse tutto un'illusione destinata a rimanere tale e che ciò che aveva pregustato, si sarebbe limitato a saper muovere le gambe ma non a muovere i primi passi e quindi a correre. Anche noi, come lei, se abbiamo sperimentato davvero la preghiera e quindi pregustato le gioie del Paradiso, sappiamo bene quale gioia ci attende... Ma abbiamo paura di non poterla raggiungere mai perché rimane un'aspirazione troppo alta... Noi, però, abbiamo questa grande speranza e certezza che ci deve donare delle ali d'aquila: la presenza e l'amore di Dio.... Allora saremo certi davvero che possiederemo il Paradiso!