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San Pedro de Atacama, Cile

Da Dbellucci

Ed eccoci nella tanto citata San Pedro de Atacama, in Cile. Il momento piu´bello e´stato arrivarci, attraversando una delle dogane piu`alte del mondo, a quasi 4500 metri. Ho girato il paese in lungo e in largo, ogni via (che in effetti non sono tante). Neanche una foto. Devo dire, ben poche emozioni. No, anzi, emozione e`una parola inappropriata. Riflessioni, quelle si’, e un bel po’ di noia. Mi sembra di essere a casa. Anzi, non a casa. Vignola, casa mia, e’ una citta´ dal centro storico molto piu` autentico di quello di San Pedro. Non e’ possibile scattare un’immagine che non comprenda un ristorante con annesso giovane dipendente che cerca di raccattare i turisti, o un negozio di artigianato pacchiano ed ad alto costo, o ancora, un’agenzia. San Pedro, nel deserto di Atacama, ha questa facciata: decine di ristoranti che servono piatti europei, decine di agenzie tuttu uguali che propongono escursioni tutte uguali agli stessi prezzi stracciati. Mi chiedo: ma la gente ci vive? Le case, tutte a piano terra e in adobe, sono curate e ridipinte in modo troppo perfetto per avere il romantico carattere sudamericano, e fin ora le ho trovate tutte occupate, appunto, da un’agenzia o da un ristorante; forse i cileni abitano nel retro, ammassati. Ecco. Mi chiedo dove sia finito il retro di questa citta´, dove si parla Inglese. Se chiedo indicazioni in Spagnolo, mi rispondono in Inglese. Se non chiedono nulla, si avvicinano e mi propongono, in Inglese, un’escursione. Le strade sono piene di donne felici di sentirsi come a casa, cappuccino e cornetto, TV che trasmette MTV e la CNN nei bar, ed io mi domando perche`si sentano cosi’ felici di aver fatto 12000 chilometri per essere a San Marino. Poi ci sono i tavolini all’aperto coi tizi che leggono i giornali, i cani sono molto educati e non sporcano, i lampioncini sono nuovi, i prezzi peggiori che a Roma. Che meraviglia. Per l’amor di Dio, non c’è nulla di male. Solo aleggia nell’aria un senso di falsita’, il richiamo verso quei turisti che viaggiano con la bolla intorno, la bolla delle proprie abitudini che il viaggio non deve intaccare, modificare, mettere in discussione, peggiorare, criticare. Questo e’ anche il senso dei commenti che ho raccolto in giro parlando coi Cileni. E’ vero, loro fanno bene: si deve mangiare, devono guadagnare e via e via. Ma il senso dei loro discorsi e’ un certo compatimento nei confronti dei gringos, cioe’ di noi. Che siamo fondamentalmente degli stupidi fighetti paurosi di tutto. E’ facile catturarci. Basta farci sentire a casa nostra, sicuri e protetti. E abbronzati.
Domani lasciamo San Pedro per attraversare il deserto di Atacama. La gente di qui mi ha assicurato che fuori San Pedro il Cile pulsa e pulsa forte.



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