San Raffaele, tetto occupato. “Vogliamo i documenti sul buco di bilancio”

Creato il 28 novembre 2012 da Cassintegrati @cassintegrati

Il Premier Mario Monti afferma in queste ore: “La sostenibilità futura del Servizio sanitario nazionale potrebbe non essere garantita“. A riconferma di questo, quasi contemporaneramente, due delegate sindacali dell’ospedale San Raffaele di Milano sono salite sul tetto. Avevamo scritto di loro quando hanno dormito in tenda contro i 244 licenziamenti annunciati dalla dirigenza. E se non è il San Raffaele un simbolo dell’Italia di oggi, con quei lavoratori pochi mesi fa privilegiati e ora in lotta, non so cosa lo è. In quella via Olgettina dove risiedevano le escort di Berlusconi, e dove fino a ieri Don Verzé spendeva e spandeva, ora tocca tagliare sui lavoratori. 

Da stamattina alle 6 due delegate sindacali dei lavoratori dell’Ospedale San Raffaele occupano il tetto dell’edificio, accanto all’insegna rotante con le lettere HSR. L’indignazione dei lavoratori in questi ultimi giorni era salita alle stelle, e su facebook i lavoratori sindacalizzati, quelli che rimangono in presidio nella tenda fuori dall’ospedale, scrivevano: “Dobbiamo inventarci qualcosa”.

Ma cosa ha fatto arrabbiare a tal punto i lavoratori? In particolare un articolo de Il Fatto Quotidiano del 26 novembre e un servizio del Tg regionale, che riportavano il comunicato  dell’amministratore delegato dell’Ospedale, Nicola Bedin. Quel comunicato che secondo i lavoratori: “Sembra che tenti di scaricare sulla Rsu la colpa di quanto sta accadendo“. In quello che potrebbe interpretarsi, da parte dei lavoratori, come una maniera di delegittimare la loro protesta. Frasi come “Visto il mancato accordo con i sindacati sul piano alternativo al licenziamento” potrebbero, in effetti, far storcere il naso. Ci spiega in maniera molto chiara Marco, dipendente:

“Dal mese di giugno sono stati prospettati tagli al personale e riduzione di salario con cambio di contratto, da quello della sanità pubblica a quello privato AIOP, tagli alla retribuzione accessoria. Il tutto senza che ci venisse mostrato un qualche documento che accerti che questo buco [nei conti dell'ospedale] c’è, e che è colpa nostra. Non è mai stato prospettato nemmeno un piano di rilancio della struttura, per ora si pensa solo a tagliare. Dal 31 ottobre è partita la procedure di licenziamento collettivo per 244 persone, più la disdetta di tutti gli accordi aziendali a partire dal 1973. Questo perché a detta loro dal comparto, così viene definito quel gruppo di lavoratori che comprende, infermieri, o.s.s., ausiliari, impiegati, tecnici, fisoterapisti, perfusionisti, educatori, pretendono alcuni milioni euro che dovrebbero servire a sanare parte del buco. Dal 1 novembre sulla spianata del San Raffaele c’è un presidio permanente della Rsu a cui partecipano anche i lavoratori, si sono susseguiti con cadenza settimanali assemblee e ci sono stati due scioperi. Sono state interpellate istituzioni, regione e sindaco in ordine fino adesso senza troppa fortuna e la stampa in genere non ci ha dato molto spazio. Poi l’amministratore delegato ha inviato un comunicato dicendo che le responsabilità di quello che sta accadendo è dei sindacati, che lui vuole ‘solo’ tagliare gli stipendi del 10% e che in questo taglio sono dentro dirigenza medica e amministrativa. Oltre al fatto che per la dirigenza gli esuberi ci sono e i licenziamenti vanno fatti. La cosa che ci ha stupito è che subito tg e giornali hanno riportato quanto detto e scritto, dimenticandosi di quanto scritto e fatto dai lavoratori”.

Ora, i Cobas rispondono all’amministrazione e avanzano richieste. Anzitutto serve l’informativa che dimostri quali sono le reali difficoltà economiche e il piano di rilancio dell’ospedale. Accertata la crisi, la Rsu sarà disponibile ad affrontare la difficoltà economica mantenendo tre capisaldi: temporaneità, progressività e coinvolgimento di tutti. E poi si chiede che comparto, dirigenza medica e non medica partecipino alla soluzione, ognuno secondo i criteri di progressività. Di fatto non esiste una relazione seria e puntuale sullo stato economico dell’ospedale che illustri un rilancio dell’ospedale, la misura della partecipazione economica dell’azienda al risanamento e rilancio, e risposte puntuali alle richieste già avanzate. Fino ad allora il tetto di via Olgettina, accanto le lettere rotanti HSR, rimarrà occupato. Nelle prossime ore l’amministrazione incontra i sindacati.

di Michele Azzu | @micheleazzu
Foto di Paola Manzoni


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