Magazine Informazione regionale

San Vito Lo Capo (Tp). Il Cous Cous Fest - Dal 20 al 25 Settembre 2011.

Creato il 22 settembre 2011 da Francescotoscano1969 @ftoscano1969
22 Settembre 2011.
Cous cous. Il piatto che ha soddisfatto interi popoli dall’Africa alla Sicilia, passando per il Medio Oriente, è ancora una volta a portata di tutti in una festa che è ormai un appuntamento di rito per la località turistica trapanese di San Vito Lo Capo.

San Vito Lo Capo (Tp). Il Cous Cous Fest - Dal 20 al 25 Settembre 2011.

Il cuscus o cuscussù (in francese: couscous; in arabo magrebino: kuskusu; in berbero: seksu) è un alimento tipico del Nordafrica e della Sicilia occidentale, costituito da agglomerati ovvero granelli di semola cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura). (Fonte: Dalla rete)

San Vito Lo Capo. Fino al 25 settembre è l’ora del “Cous cous fest”. Tra gli stand avrete modo di degustare i metodi di preparazione di decine di paesi differenti, di osservarne le tecniche e di godere dei colori. Ricordate, è un piatto che ha fatto innamorare anche i re. Salomone, giuda politica del regno di Giuda e Israele quasi mille anni prima della nascita di Cristo, dopo essersi innamorato della regina di Saba pare ebbe gravi malesseri causati proprio dall’amore. Leggenda vuole che fu proprio un impasto di semola di grano duro unito ad un brodo vegetale a ridargli vigore e a consentirgli di governare. La storia, oltre le leggende, racconta di un piatto nato tra i berberi del deserto magrebino, che pian piano ha invaso buona parte dell’Africa, ha toccato la Palestina ed è giunto sino a noi, in Sicilia. Le sapienti mani delle donne che lo preparavano lo hanno unito al freschissimo pesce delle acque trapanesi e così è nato uno dei piatti simbolo dell’Isola. Ma fare il cous cous, a meno di comprarlo già pronto, non è cosa semplice. La sua preparazione, l’arte di “incocciare” e formare i granelli, richiede ore e ore di lavoro. Ma vale la pena di provare, almeno una volta. La semola di grano duro deve essere lavorata a mano con dell’acqua in modo da formare piccoli granellini, un setaccio sarà d’aiuto per realizzare la giusta dimensione. I granelli troppo piccoli o troppo grandi saranno mescolati nuovamente fino a quando la semola non sarà diventata cous cous. Per quanto riguarda la cottura, invece, la migliore è quella fatta a vapore; consente infatti ai grani di rimanere soffici. Il condimento? Se volete un vero cous cous trapanese acquistate scorfani, cipolle, san pietro, “cocci”, gallinelle e chi più ne ha più ne metta tra i pesci da brodo e cuoceteli dopo avere soffritto aglio e cipolla con una noce di estratto di pomodoro. Un po’ di peperoncino e il pranzo è servito. Per saperne di più ....
Fonte:

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :