Magazine Cinema
The Power of Kangwon Province (강원도의 힘) (1998)
Virgin Stripped Bare by Her Bachelors (오! 수정) (2000)
On the Occasion of Remembering the Turning Gate (생활의 발견) (2002)
Woman Is the Future of Man (여자는 남자의 미래다) (2004)
Tale of Cinema (극장전) (2005)
Woman on the Beach (해변의 여인) (2006)
Night and Day (밤과 낮) (2008)
Jeonju Digital Project "Visitors": Lost in the Mountains (어떤 방문: 첩첩산중) (short film, 2009)
Like You Know It All (잘 알지도 못하면서) (2009)
Hahaha (하하하) (2010)
Oki's Movie (옥희의 영화) (2010)
The Day He Arrives (북촌방향) (2011)
List (리스트) (2011)
In Another Country (다른 나라에서) (2012) - 2,5/5
Nobody's Daughter Haewon (누구의 딸도 아닌 해원) (2013)
Our Sunhi (우리 선희) (2013)
Sang-soo (1960), sudcoreano laureatosi negli States,è autore di film original che fanno incetta di premi a destra e a manca.
-In Another Country
Corea del Sud 2012 - commedia - 89min.
Mohang, località balneare della Corea del Sud: una ragazzina, studentessa di cinema, è confinata lì con la madre a cauusa dei debti contratti dal padre. Nella loro permanenza forzata, la ragazza scrive la sceneggiatura di un possibile film da ambientare nella località: immagna una situazione di partena che vede una straniera, francese per l'esattezza (Isabelle Huppert) costretta per qualche motivo a fermaris nel paesino peer qualche giorno, in una specie di b&b a conduzione famigliare; poi la ragazzina immagina tre sviluppi possibili della vicenda.
Hong, meno noto in occidente rispetto a colleghi come Ki-duk Kim, Chan-wook Park o Joon-ho Bong (ricordiamoci sempre che in Corea del Sud i nomi sono quelli "doppi", cioè quelli con il trattino, e le parole singole sono i cognomi) realizza il suo quindicesimo lungometraggio collaborando con una star del cinema europeo del calibro della Huppert, unico soggetto occidentale nella pellicola. Per un pubblico europeo o americano, l'identificazione con la donna, sola e "sperduta" nel paesino asiatico dove si riesce a comunicare solo parlando uno stentato inglese, l'identificazione è immediata. I tre episodi dall'identica location e dagli identici personaggi, differiscono leggermente l'uno dall'altro: per esempio cambiano i rapporti tra i personaggi (come quelli tra la Huppert ed un regista coreano, in un caso suo spasimante, in un altro suo amante), l'ordine degli incontri fatti dalla donna e le sue azioni (concedersi o meno al guardaspiaggia, trovare o meno il faro lungo la costa) in un esercizio di variazioni minime o notevoli che rimanda ai concept "cosa succederebbe/sarebbe successo se..." su cui si basano film come Sliding Doors, oppure Melinda e Melinda.
Stilisticamente povero (una sola videocamera, riprese quasi sempre fisse e con movimenti sull'asse, qualche zoom improvviso alla b-movie italiano anni '70-80), è un film d'attori che si esercitano in una prova naturalistica in cui più che recitare sembrano chiacchierare del più e del meno; tali dialoghi mimano le incertezze, le ripetizioni, le pause del parlato quotidiano, offrendo scene di grande naturalezza espressiva (ad esempio il dialogo con il monaco), con spunti comici (l'inglese singhiozzante del guardaspiaggia) o seri (la barriera linguistica come metafora della difficoltà di comunicare i propri sentimenti e relazionarsi con altri esseri umani). Peccato per una cornice narrativa ridotta ad una scena iniziale e poi abbandonata, che la rende di fatto superflua, e per una colonna sonora scarna di cui ci si dimentica perfino l'esistenza una volta finito il film.
Un film indicato per chi studia sceneggiatura.
Voto: 2,5/5
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