I soliti ignoti hanno rubato, invece, due divise e un cappotto da ufficiale che era appartenuto al dottor Vincenzo Rizzi, cappelli, tromba e medagliere dei Bersaglieri, spade e cappelli degli Alpini, baionette italiane e austriache, la borraccia, lo zaino, gli elmetti della Prima Guerra Mondiale da parata, le giberne, la piastrina di riconoscimento, un cinturone da Ufficiale, le medaglie di onorificenze austriache, i quadri e i medaglieri con le Croci di Guerra e le medaglie al Valor Militare, il medaglione celebrativo di Roma Capitale del 1871, la croce commemorativa del Corpo di spedizione italiano in Russia, le aste delle bandiere dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi, quella dell'Istituto del Nastro Azzurro e quella dei Marinai d'Italia, le maschere antigas, il cappello coloniale, la moneta del 1866 raffigurante il Re Vittorio Emanuele II, la torcia elettrica Wermacht. “Sono stati trafugati i ricordi di tanti soldati santangiolini, donati al Museo dalle rispettive famiglie, allo scopo di perpetuarne la memoria” ha commentato ancora sconcertata la signora Giovanna Cordoni, cofondatrice e attuale curatrice del Museo. E aggiunge: “Per me, in particolare, è una ferita profonda, difficile da sanare, perché ho visto distrutto il lavoro fatto da mio papà Domenico, l'allora presidente dell'Associazione Combattenti e dell'Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori. Un lavoro lungo oltre trent'anni e il mio che dura ormai da dodici anni”.
Un momento dell'inaugurazione del Museo a dicembre 2014
La signora Giovanna che dal papà, mancato nel 2012, ha ereditato il testimone di Presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci, non ha però intenzione di abbandonare questo progetto. “Con grande sforzo – afferma - sto cercando di rimettere in piedi il Museo anche con l'aiuto delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma che vorranno offrire dei cimeli, perché è davvero insopportabile la vista delle vetrine così desolatamente vuote e delle pareti spoglie”.Il Museo si trova in via Roberto Forlani 1 (Zona Mulino), una località poco frequentata e scarsamente illuminata. Sarebbe certo utile che il Comune si attivasse per installare almeno delle telecamere per garantire al Museo, patrimonio della storia e della comunità santangiolina, una maggiore sicurezza.
E tanto per dimostrare che il Museo si riprenderà, la signora Cordoni fa sapere che il Museo è visitabile come sempre di mercoledì e domenica dalle 10 alle 11.