Sangue infetto, malasanità a peso d’oro

Creato il 29 maggio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Esiste un’associazione nazionale che rappresenta i malati da sangue infetto. I casi sono così numerosi e pericoli sono tali che occorrerà per forza prevenire altri drammi. Il fatto è accaduto a Rivolta D’Adda nel decennio scorso, la sentenza è recente. L’Ospedale di Crema da qualche tempo è bersagliato da drammi, tragedie e cause penali. Mese nero. 

CREMA CR Una trasfusione di sangue infetto, una paziente che si ammala di epatite e una condanna di risarcimento danni da mezzo milione di euro a carico dell’Ospedale Maggiore di Crema, che riceve totale sostegno economico del ministero. Il dramma delle infezioni trasmesse in modi simili ha colpito una signora palermitana, ricoverata circa sei anni fa presso l’ex presidio ospedaliero di Rivolta D’Adda, poi accorpato all’azienda ospedaliera di Crema, che si deve far carico delle cause penali ancora pendenti sullo stesso ex presidio. La richiesta economica della paziente era di un milione di euro, il giudice ha stabilito che venisse erogata la metà: l’ospedale di Crema, difeso dall’avvocato Alberto Borsieri, non può aver colpe di fatto ma per diritto è responsabile e presenta ricorso in Corte d’Appello, con l’obiettivo di far riconoscere la totale mancanza di colpa dell’amministrazione sanitaria. La sorpresa, per ora, è che la signora e il suo rappresentante legale non hanno ancora preso iniziative dopo la sentenza favorevole in primo grado. In ogni caso le cause penali che riguardano il settore sanitario sono state tragiche negli ultimi tempi.

La piccola Adelaide, di Romano di Lombardia, ha perso la vita all’età di un anno dopo un’anestesia totale: la direzione ha risposto che sono stati applicati i protocolli internazionali previsti dal caso. All’inizio di quest’annno altro dramma: l’ospedale di Crema viene denunciato perché non avrebbe fatto esami per verificare che una bambina sarebbe nata down. La madre, una signora cremasca, chiede un risarcimento di sette milioni. La difesa ha chiesto subito una serie di perizie, tanto che la causa sarà di nuovo esaminata in tribunale nel novembre di quest’anno. Come se non bastasse è emerso anche un problema amministrativo l’anno scorso, tanto per segnalare quanto complicata sia la gestione: l’associazione temporanea d’imprese Getech ha presentato un anno fa ricorso al Tar di Brescia contro il nosocomio di Crema chiedendo ben dieci milioni. L’ospedale aveva scioltto il contratto dei lavori per un grave inadempimento chiarendo anche l’aspetto economico. Una serie di guai che non vengono mai soli e mettono in discussione importi di notevole peso economico.


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