di Alessandro Ligas
L’obiettivo del seminario è stato quello di promuovere la Sardegna come “luogo in cui si può fruire di servizi sanitari, di benessere e di assistenza di qualità altamente specializzati” come ricorda l’avvocato Manis. Lo sviluppo di una sanità innovativa è un processo necessario e possibile anche per l’ecosistema sardo, che sta investendo molto nel settore dell’ICT e può quindi ora integrare i risultati ottenuti in campo ICT nella fornitura di servizi sanitari, di benessere e di assistenza.
Senza contare, ricorda l’avvocato Manis, che “l’integrazione delle tecnologie ICT nel settore sanitario è un preciso obiettivo della Commissione Europea che ha intrapreso, nell’ambito della Digital Agenda for Europe (DAE), ben 4 azioni differenti tutte relative al settore e-health. Le azioni e gli obiettivi relativi all’E-health sono inclusi nel Settimo Pilastro della Digital Agenda ovvero quello relativo all’“ICT enabled benefit for EU- Society”. Attualmente inoltre tali azioni sono state precisate nell’E-Health Action Plan 2012-2020”
Sono tre i settori fondamentali di applicazione della e-health emersi durante il dibattito: telemedicina, mobile health e sanità elettronica.
La telemedicina, che riunisce al suo interno il teleconsulto specialistico, la teleassistenza, tele monitoraggio e telesoccorso e tanti altri, è “l’insieme delle tecniche mediche ed informatiche che permettono la cura di un paziente a distanza o più in generale di fornire servizi sanitari a distanza” (cit. wikipedia). La telemedicina è la diagnosi fatta da uno specialista ad un paziente che non è nello stesso luogo del medico, attraverso la lettura, dopo averli acquisito, dei dati degli strumenti diagnostici. Una pratica che costituisce una risposta al progressivo invecchiamento demografico dando la possibilità, per tutti quei casi che non necessitano di un ricovero ospedaliero, di somministrare cure o di prescrivere farmaci a distanza a pazienti anziani, con ridotta mobilità o a persone affette da patologie croniche. È una pratica che agevola tutti quei pazienti che risiedono in zone definite svantaggiate permettendo loro di accedere a servizi sanitari di qualità senza doversi spostare da casa, evitando così il cosiddetto “turismo sanitario”, presso centri d’eccellenza o territorialmente più vicine. In questo senso afferma l’Avvocato Manis “la telemedicina risponde anche ad una esigenza di equità”.
Il settore mobile Health. Un tema che sta attirando l’attenzione delle start up innovative, e consiste essenzialmente nello sviluppo di applicazioni e dispositivi che permettono, a contatto con il corpo, il monitoraggio di determinate patologie rilevando lo stato di salute e prevenendo il sorgere di possibili problematiche. Ad oggi sono presenti nel mercato una vasta gamma di applicazioni, le cosiddette “well being check up application” hanno l’obiettivo di dare informazioni semplici, chiare e scientificamente provate su alcuni temi di salute che caratterizzano la quotidianità ossia comportamenti utili per la tutela della salute.
La sanità elettronica. “Si tratta degli aspetti più noiosi dell’innovazione in medicina”, dice l’avvocato Manis, “ma non per questo meno importanti o non degni di attenzione, anzi è proprio da questi che dipende anche la più completa implementazione della telemedicina” e riguardano l’informatizzazione dei sistemi sanitari dell’amministrazione pubblica, le ricette digitali, il fascicolo sanitario elettronico, i referti online, e di tutte quelle procedure amministrativo sanitarie che stanno dietro l’atto del consulto medico o dell’esame specialistico. Una delle criticità rilevate durante il seminario consiste proprio nell’errore delle riforme relative all’informatizzazione dell’amministrazione di stabilire semplicemente la ripetizione degli stessi percorsi che avvengono nel cartaceo per riproporli nel digitale, senza trarre pieno vantaggio dall’innovazione del settore digitale che permetterebbe piuttosto nuovi processi e una vera semplificazione anche della gestione dei sistemi sanitari.
Inoltre, l’avvocato Manis ha messo in evidenza come l’introduzione, nella normativa della privacy europea attualmente in fase di elaborazione, del concetto di “Privacy by Design” impone che ogni device o piattaforma che preveda la raccolta e il trattamento di dati sanitari sia già nella fase di ideazione e realizzazione ingegneristica predisposta in modo tale assicurare che il trattamento dei dati avvenga in conformità alle regole di prossima introduzione sul trattamento dei dati e che sia egualmente assicurata la sicurezza dei dati. Questo significa che l’intervento del legale deve essere anticipato, e non richiesto a posteriori. Questi cambiamenti della normativa permetteranno inoltre di superare una delle maggiori difficoltà che sussiste per le aziende europee del settore e-health ovvero la vigenza di differenti normative in ognuno degli stati membri.
Standard tecnici e normativi (regole uniformi) che hanno lo scopo di agevolare il mercato dell’e-health europeo necessario “per evitare un collasso del sistema sanitario”, come ha sottolineato l’avvocato Manis. A conclusione del seminario l’avvocato Manis ricorda i problemi di eticità derivanti dall’e-health e specifica come il ruolo del medico sia fondamentale anche nella interpretazione di dati raccolti da certi medical device, in quanto sebbene i dati statistici possano costituire un contributo importante per l’ottenimento di rilevazioni più precise, spesso l’intervento diagnostico del medico è fondamentale nella interpretazione dei dati rilevati dal device al fine di ottenere informazioni utili ai fini diagnostici e cura.